Benedetto XVI e le tre visite nelle Marche: dai Papa Boys di Loreto agli operai della Fincantieri

Benedetto XVI e le tre visite nelle Marche: dai Papa Boys di Loreto agli operai della Fincantieri
Benedetto XVI e le tre visite nelle Marche: dai Papa Boys di Loreto agli operai della Fincantieri
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 2 Gennaio 2023, 06:55

«Abbiate il coraggio di sognare grandi progetti di bene. Non sentitevi ai margini della società, il progetto di Dio non conosce periferie. Andate, vivete, amate!». Chissà quanti di quei 400mila Papa Boys, radunati nella spianata di Montorso tra il primo e il 2 settembre 2007, negli ultimi 15 anni hanno sognato, vissuto e amato secondo l’esortazione di Benedetto XVI, che avevano accolto e acclamato sventolando drappi bianchi. Era il primo dei tre viaggi delle Marche di Joseph Ratzinger, morto l’altro ieri nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano da Papa emerito all’età di 95 anni. 

 
Dopo quel bagno di folla da mezzo milione di fedeli, in occasione dell’Agorà dei giovani organizzata a Loreto, il Papa tedesco sarebbe tornato nelle Marche altre due volte. L’11 settembre 2011, per il 25esimo Congresso Eucaristico ad Ancona, celebrò messa nello stabilimento portuale Fincantieri, in una cattedrale a cielo aperto affollata da 70mila fedeli. Parlò delle difficoltà dei lavoratori di fronte alla crisi economica e poi a Colle Ameno pranzò e con alcuni operai e poveri assistiti dalla Caritas.


Sulle orme di Roncalli


L’anno dopo, il 4 ottobre 2012, Papa Benedetto XVI tornò a Loreto in occasione nel 50esimo anniversario della visita di Giovanni XXIII, papa Roncalli.

Fu l’ultimo viaggio apostolico di Benedetto XVI, che nel febbraio 2013 rinunciò al Pontificato, e nelle parole pronunciate davanti a 10mila fedeli radunati nella piazza davanti alla Santa Casa forse si poteva intuire un presagio di quel passo indietro. «La casa di Dio non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi», disse Papa Ratzinger, che le cronache di allora descrissero come un Pontefice di 85 anni apparso affaticato. In ogni sua visita nelle Marche, Papa Benedetto XVI lasciò un segno profondo, come ricorda ora l’anconetano Marcello Bedeschi, segretario dell’Anci regionale, che in tutte e tre le occasioni ebbe un ruolo di primo piano nell’organizzazione dei viaggi papali.

«Ad Ancona l’allora arcivescovo Edoardo Menichelli riuscì a coinvolgere Benedetto XVI nella sua azione per la tutela dei posti di lavoro nei cantieri navali. Ricordo che l’allora amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, chiedeva espressamente che all’incontro sollecitato dal vescovo ci fosse anche il Papa. Menichelli si presentò con Ratzinger, poco prima della messa, ed ebbero un incontro riservato con Bono. Lì capimmo che c’era la possibilità di avere altre commesse per lo stabilimento di Ancona e si sono create le premessa per il superamento di una situazione di crisi complessa». 


L’omelia a braccio


Nella spianata di Montorso di Loreto, il 2 settembre 2007, Bedeschi si meravigliò di quanto Benedetto XVI, all’apparenza così austero e riservato, fosse coinvolto dal suo primo confronto diretto con i Papa Boys. «Non aveva mai partecipato alle Giornate mondiali della gioventù e all’Agorà di Loreto si trovo davanti a 400mila ragazzi. Venne così coinvolto che sembrava specchiarsi nella loro gioia, tanto da pronunciare parte della sua omelia a braccio, proprio dedicandola alle speranze dei giovani. E quando dopo la messa incontrò una delegazione di quei ragazzi al centro Papa Giovanni Paolo II, non voleva mai smettere di riceverne». Bedeschi era accanto a Benedetto XVI anche il 4 ottobre 2012, nella seconda visita a Loreto. «Aveva un grande feeling con la città mariana e ricordava che nella sua Baviera la madonna di Loreto era molto venerata. Venne per il 50esimo anniversario della storica visita di Papa Roncalli e riuscimmo a fargli trovare a Montorso la stessa vettura, una Mercedes, con cui Papa Giovanni XXIII era arrivato a Loreto il 4 ottobre 1962». 


La Santa Casa


Il legame solidissimo tra Papa Ratzinger e Loreto è testimoniato ora dall’arcivescovo Fabio Dal Cin, delegato pontificio della Santa Casa, che nella messa di ringraziamento di fine anno ha invitato loretani e pellegrini ad unirsi in preghiera insieme a Papa Francesco e alla Chiesa, per il papa emerito «affinché il Signore lo accolga tra le sue braccia e lo ricompensi per essere stato un umile servitore nella vigna del Signore». Tra i tanti messaggi di cordoglio per la morte di Papa Benedetto XVI, quelli del governatore Francesco Acquaroli («Guida spirituale e grandissimo filosofo che ha saputo comprendere ed interpretare come nessuno la nostra epoca e la pericolosa deriva relativista») e di diversi vescovi marchigiani. Don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, ricorda Jospeh Ratzinger quando era ancora cardinale. «Avvicinarlo dava la sensazione di stare accanto ad un colosso della cultura, della teologia. Ma, allo stesso tempo, aveva la capacità di metterti a tuo agio accogliendoti con un sorriso e una dolcezza disarmante».


Federico Sorcinelli, artista di Mondolfo noto come “il sarto del Papa”, nel 2007 realizzò i paramenti sacri per la visita pastorale a Genova di Papa Benedetto XVI. «Ci lascia uno dei più grandi intellettuali della Chiesa - il suo ricordo - mite, timido e di grande profondità di pensiero».

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