Spiagge all'asta, i balneari delle Marche sperano nella Meloni per cancellare l'incubo Bolkestein

Spiagge all'asta, i balneari delle Marche sperano nella Meloni per cancellare l'incubo Bolkestein
Spiagge all'asta, i balneari delle Marche sperano nella Meloni per cancellare l'incubo Bolkestein
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Domenica 9 Ottobre 2022, 03:20

ANCONA - La Bolkestein fa meno paura e riprendono quota le speranze dei balneari. Se la questione non può dirsi risolta, dopo il 25 settembre le aste spaventano meno. Tutti conoscono la linea della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e ora che cambia il Governo sono alte le aspettative di una riscrittura a lieto fine della storia.

Il rischio che gli chalet vadano all’asta - con le gare da espletare entro il 2023 - si può evitare? «È antipatico dirlo ma non ci sono tanti margini per evitare le aste – dice il sangiorgese Romano Montagnoli, presidente regionale Sib Confcommercio – .

P ende un ricorso alla Corte di giustizia europea, qualche lumicino si vede ma c’è sempre una sentenza che dice che le evidenze vanno fatte » . Il corollario al teorema: «Comunque si parla di legittimo affidamento, di valutazione caso per caso, di chiaro interesse transfrontaliero, le valutazioni spettano all’Italia in sostanza. Si lasciano aperti spiragli, noi ci aspettiamo molto da questo governo».


L’auspicio


Il premier uscente Mario Draghi , continua il referente regionale dei balneari , « non ci ha trattato bene. I partiti in maggioranza hanno fatto campagna elettorale per una tutela dei balneari e, seppure con il Governo Draghi la norma è stata fatta (la legge delega è passata tre volte in parlamento), il nuovo Esecutivo deve prendere la palla in mano. Contiamo che tuteli i nostri investimenti e la professionalità acquisita, fermo restando che si va a gara, ma un conto è andarci con una spinta e un conto con tutte le precauzioni». Secondo il senigalliese Filippo Borioni, presidente di Oasi Marche «il discorso è semplice : bisogna risolvere la questione nel minor tempo possibile. Il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga facendo ciò che non poteva fare, la sentenza è impugnabile » . Articola poi il suo ragionamento: « Il demanio è cosa pubblica lo sappiamo, ma le imprese che ci lavorano sono private » .


La richiesta


La richiesta mossa da Borioni al governo che si sta formando è quella di « riconoscere i diritti delle aziende e delle persone senza procrastinare la questione. Non c’è tempo per tergiversare. La connotazione del nuovo Governo è chiara: metta subito uno stop a questa vergognosissima vicenda». Sulla stessa linea il sambenedettese Sandro Assenti, presidente Confesercenti Marche, che si augura che «quanto detto in campagna elettorale dal centrodestra, e in particolare dalla Meloni, possa avere uno sviluppo positivo per il problema Bolkestein. Il precedente Governo ha indetto le aste e demandato al prossimo il compito di fare le norme attuative» . Dettaglia la lista della spesa: «L’indennizzo deve essere reale , cioè non quantificabile sui beni ammortizzati, ma sul valore reale che un perito dovrà stabilire. Inoltre, va inserito un concetto di premialità per chi ha gestito 30/40 anni la concessione».

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