Terza corsia dell'autostrada A14 nelle Marche: ora che serve, sarà un'odissea

Terza corsia dell'autostrada A14 nelle Marche: ora che serve, sarà un'odissea
Terza corsia dell'autostrada A14 nelle Marche: ora che serve, sarà un'odissea
di Lolita Falconi
4 Minuti di Lettura
Sabato 22 Agosto 2020, 09:29

FERMO - La terza corsia dell’autostrada A14 nel sud delle Marche è la storia di una incompiuta... al contrario. Tredici anni fa, correva l’anno 2007, c’erano fondi, progetti e volontà di investire, almeno per arrivare fino a Pedaso. C’erano Mit, Regione, Provincia, Società Autostrade e una parte del mondo politico - il governatore Spacca in testa - che spingevano (e tanto) per fare i lavori ma il no arrivò, forte e chiarissimo, dai sindaci dei territori attraversati dall’autostrada.



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In particolare da quelli di Fermo e Porto San Giorgio. Erano preoccupati dell’impatto ambientale e ritenevano le opere compensative non all’altezza. Fu così che il cantiere si fermò a Porto Sant’Elpidio, dove venne anche realizzato il nuovo casello e fine dei giochi. Oggi? Complici incidenti, incendio in galleria, viadotti sequestrati e provvedimenti dei tribunali, è chiara a tutti la fragilità della rete che collega le Marche del Sud. E (quasi) tutti spingono per riaprire il tavolo. 
 
L’impegno
La ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, rispondendo a un question time della Camera dei deputati qualche giorno fa, ha riacceso le speranze aprendo alla possibilità di realizzare la terza corsia. «C’è la volontà politica di farla», confermano fonti vicine al ministero. Ma, per ora, il progetto - 40 chilometri quelli marchigiani, da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto, totale 1,6 miliardi di investimenti secondo una stima svolta dalla Regione - non compare tra quelli inseriti nel Pef, piano economico e finanziario, in corso di definizione tra Società Autostrade e il ministero. Le interlocuzioni proseguono, l’approfondimento è ancora in corso, la situazione è fluida e si intreccia anche con la maxi partita del riassetto societario della concessionaria autostradale. Le Marche sperano. Confidando anche nei nuovi stanziamenti e risorse che arriveranno dall’Europa.
Ma come funziona l’iter
Tuttavia basta capire un po’ di più su come funzionano tra concessionario (Autostrade) e concedente (ministero) per capire che se va bene ci vorranno una decina d’anni. Se va benissimo. Seguiteci tra le carte. A metà luglio Autostrade ha presentato la sua idea di piano economico finanziario (Pef) al ministero. Inizia l’interlocuzione. Il Pef è un documento dinamico, viene aggiornato di continuo e nel nuovo Pef, dicono da Villa Patrizi, sede del Mit, la progettazione della terza corsia tra Porto Santìt’Elpidio-allaccio A24 è prevista. 
Progettare per chiedere
«Infatti se non c’è una progettazione - spiegano bene da Roma - non si può inquadrare un finanziamento poi da inserire nel Pef». E qui si entra nel deserto. Domanda per Autostrade: la progettazione per caso è già in corso? No, rispondono da Aspi, perché si parte con la realizzazione del Pef solo quando le bocce sono ferme. Quindi si torna alla casella “Interlocuzione”. Se non si fosse capito come la Variante di Ancona, come nell’interramento della Flaminia, come nella Fano-Grosseto anche in questo caso siamo nel pieno di un bel gioco dell’oca. 
La fine dell’interlocuzione
Domanda: quanto tempo può servire per chiudere l’interlocuzione? Qualche mese? Natale? Meno, dicono sempre da Aspi. Domanda: può servire riprendere in mano i documenti di 13 anni fa? Risposta sempre di Aspi: difficile, e poi bisogna sapere che nel 2007 la progettazione era arrivata fino a Pedaso e che in 13 anni è cambiato il mondo normativo e quello degli strutturisti stradali (andare alla casella “viadotti sequestrati”). Bene, allora aspettiamo la progettazione. Però, dicono da Roma, la progettazione va concertata con gli enti locali, ci saranno le conferenze dei servizi (andare alla casella “riunioni interminabili”). «Anche se - spiegano sempre dal Mit - la ministra ribadisce che si ascoltano tutte le campane e poi quando si decide, si decide. E la ministra quel tratto lo vuole». Dunque torniamo alla progettazione. Se sarà confermata la progettazione, se si inquadrerà quanti soldi serviranno e se ci sarà ancora la disponibilità a finanziare forse qualcosa potrebbe uscire. Troppi se, facile capire come finirà. 

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