Il porto senza una guida da 10 mesi, il pressing degli operatori: «Ma quale attesa, decidere subito»

Il porto senza una guida da 10 mesi, il pressing degli operatori: «Ma quale attesa, decidere subito»
Il porto senza una guida da 10 mesi, il pressing degli operatori: «Ma quale attesa, decidere subito»
di Andrea Taffi, Maria Teresa Bianciardi e Martina Marinangeli
9 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Settembre 2021, 09:07

ANCONA - Da dieci mesi ormai manca il vertice dell’Autorità di sistema portuale Adriatico centrale. Ora oltre 50 candidati in lizza, il ministero sfoglia i curriculum. Dai cantieri del lusso fino ai  diportisti i timori degli operatori. Dieci mesi senza un presidente ufficiale danno sui nervi: lo confermano i principali operatori del porto di Ancona dopo che domenica scorsa il Corriere Adriatico ha chiesto a ministro e governatore un cambio di passo sulla questione. Gli operatori sono molto preoccupati sul futuro dello scalo. 

GIOVANNI PETTORINO
Commissario AdSP Adriatico Centrale

Pettorino: «Calma, ci sono. Due comitati ad agosto, non lascio nessuno solo»

«Calma ragazzi, io sono qui, non lascio nessuno da solo. Capisco le esigenze degli operatori, un presidente può fare strategia come dicono loro, il presidente può nominare un segretario cosa che anche io potrei fare io ma così condizionerei l’azione di chi verrà dopo e non mi sembra giusto. Sono il primo ad auspicare che il ministro di concerto con i governatori scelta la figura migliore per questa Autorità di sistema portuale...».
 

Però? Sembra arrabbiato ammiraglio e commissario Giovanni Pettorino.
«Qui si sta svolgendo del lavoro che garantisce il principio della continuità che nelle pubbliche amministrazioni è fondamentale. Va benissimo dire che è necessario accelerare ma quando leggo che questa nave è senza comandante è una contestazione irricevibile. Intanto il comandante ci sta, è qui e sono io. Poi difendo la dignità di chi lavora in Autorità portuale».

Il senso era: manca una guida piena.
«Però proprio l’agente Msc mi parla di problemi in banchina quando una domenica per l’attracco di una loro crociera ci sono stati dei problemi in banchina ed è stata l’Autorità portuale a spianare e a rendere tutto fattibile? Dai subacquei al ripristino della banchina? Guardi, ho preso l’appartamento qui, anche dovessi stare solo trenta giorni, trenta giorni starò ad Ancona e qui si impegnano tutti al massimo: garantisco io».

Il senso è: c’è una banchina, la 26, ferma da tre anni e nessuno ha capito perché. Questo deve risolvere un presidente di Authority.
«Lo so capisco. Ma ho letto di malfunzionamenti, di stazione marittima...».

Erano considerazioni generiche per segnalare a chi deve decidere a Roma di sbrigarsi, non certo addebiti alla struttura o a lei.
«Capisco tutto, voglio bene a tutti e non parlo con spirito di polemica. Ma le elenco quel che è stato fatto in 40 giorni: la gestione in continuità delle attività operative è stata assicurata, ho firmato l’avvio per la redazione del piano regolatore dei porti di Marche e Abruzzo. La gara l’ha fatta Giampieri ma io ho mandato avanti le cose.

Poi: grazie al lavoro della struttura e a quello delle due Regioni sono stati individuati i finanziamenti per i provvedimenti ministeriali del Pnrr per 160 milioni. Ancora: ho firmato 18 concessioni demaniali, 6 autorizzazioni 45-bis, sono stati avviate le pubblicazioni di 11 procedimenti concessori, sono state cedute nove autorizzazioni per operazioni su banchine pubbliche. Abbiamo fatto due comitati di gestione ad agosto! Faccia il giro delle Autorità portuali: non li ha fatti nessuno ad agosto. Vorrei che questo si sapesse».

ALBERTO GALASSI
Amministratore delegato Ferretti Group

«Risolvere e fare presto. Questo rallentamento può essere pericoloso» 

Al Ferretti Group inizia un periodo dell’anno molto intenso, quello delle fiere. Tutto lo stato maggiore del gruppo forlivese si trova a Monaco per il primo appuntamento di settimane intense che comprendono anche Cannes, Genova e Fort Lauderdale in Florida. Ma il gruppo ha sempre antenne accese su quel che succede nei Cantieri di Ancona, da anni diventati stabilimento produttivo capace di abbracciare i quattro marchi del gruppo per tutte le commesse maxi. L’amministratore delegato del Ferretti Group, avvocato Alberto Galassi ci dedica pochi, preziosi minuti della sua agenda internazionale. «Ad Ancona - spiega Galassi - si estende su una superficie di oltre 70 mila metri quadri la Superyacht Yard Division di Ferretti Group, un hub industriale ad altissimo livello d’innovazione, tecnologia ed eccellenza e tra le più vaste realtà produttive nel settore nautico. Vero e proprio asset strategico, il sito produttivo di Ancona - cantiere dove nasce l’eccellenza navale del Gruppo nel campo dei super yacht e dei mega yacht fully custom - assorbe importanti investimenti destinati a progetti di ammodernamento degli impianti, alla creazione di nuove infrastrutture e al potenziamento della capacità produttiva e non può rischiare un ulteriore stallo».


Che idea si è fatto il gruppo sullo stallo che si è creato intorno alla scelta del nuovo presidente dell’Authority?
«Il rinnovo nella governance dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale implica un pericoloso rallentamento per le nostre attività. Sarebbe auspicabile una risoluzione rapida dell’iter di nomina in modo da poter proseguire con i progetti in essere e i futuri investimenti».

GIANMARIO RAGGETTI
Presidente Marina Dorica

«Serve un referente stabile per i progetti di rilancio del porto»

Gianmario Raggetti, lei da giugno è presidente di Marina Dorica, uno dei porti turistici più grandi e moderni d’Italia. Cosa pensa di quello che sta accadendo all’Autorità portuale con base Ancona?
«Guardi, proprio di recente abbiamo avuto modo di incontrare l’attuale commissario Pettorino: è stato un colloquio fattivo, costruttivo e soddisfacente. Nei prossimi giorni avremo un altro confronto per questioni che riguardano un nuovo modo di interagire tra Marina Dorica e l’Autorità portuale».

Sì, ma la questione della nomina di un presidente è direttamente proporzionale ad un programma di rilancio a medio lungo termine.
«Esatto. Lo stesso commissario si attende che venga sciolto presto questo nodo politico, consapevole dei limiti temporali del suo incarico. Per noi di Marina Dorica è una soluzione imprescindibile: serve una controparte stabile e istituzionale per fare programmi ed interventi a medio e lungo termine».

Obiettivamente: si è perso tempo prezioso?
«Io sono stato nominato a giugno ma la storia insegna che poteva essere fatto prima. L’esigenza più stringente è quella di organizzare una visione a 360 gradi attorno all’intero fenomeno città-mare, che non è solo il rapporto tra Ancona e l’Adriatico ma è una realtà che riguarda tutte le Marche e al modo di porgersi di questa regione. Bisogna dunque risolvere questo problema o si vive alla giornata».

Una governance definita per un porto che ha molte potenzialità.
«Infatti. Da quello che mi hanno spiegato questo è l’unico porto del medio Adriatico con fondali tali da potere ricevere grandi navi. Una ricchezza naturale che non si può disperdere».

DAVIDE FARINELLI
Impresa Compagnia Portuali I.CO.P. Srl

«Anche il segretario è una casella vuota da non sottovalutare»

Davide Farinelli, presidente Impresa Compagnia Portuali I.CO.P. Srl, quanto pesa, per chi il porto lo vive ogni giorno, lo stand by di 10 mesi sulla nomina del presidente dell’Authority?
«Pesa tanto nell’economia generale, ma purtroppo è andata così e lo subiamo. Nonostante il commissario Pettorino sia una persona di livello, con competenza e professionalità, un presidente nel pieno delle funzioni è tutt’altra cosa. Speriamo che l’impasse venga superato nel più breve tempo possibile».

Cosa si rischia se l’attesa si prolunga ulteriormente? 
«Si può rischiare che i programmi di investimenti subiscano ulteriori ritardi. È vero che ci sono i fondi del Pnrr, ma è altrettanto vero che se manca il soggetto cardine, si rischiano slittamenti. Il commissario non ha gli stessi poteri del presidente e ha una durata limitata nel tempo, quindi probabilmente alcune attività non le può fare».

Che caratteristiche dovrebbe avere il nuovo presidente, a suo avviso? 
«Ci si gioca molto su quello che sarà il nuovo presidente, quindi è chiaro che una figura in qualche modo legata al territorio, oltre ad avere le necessarie competenze, non guasterebbe. L’importante però è che abbia un’approfondita conoscenza del mondo marittimo portuale, perché è molto particolare. Va però ricordata un’altra cosa».

Ovvero?
«A noi manca anche il segretario generale, ed è un problema perché rappresenta il motore dell’Autorità portuale. L’avvocato Paroli era una figura importante, dunque il vuoto non è solo nel tassello del presidente».

Intanto, per la presidenza si sono presentati oltre 50 candidati.
«Incredibile. Quando ho letto la notizia di tutte queste candidature, ammetto che sono rimasto sorpreso: me ne aspettavo una decina, non così tante».

DAVIDE PUCCI
Presidente C.P.S. Impresa portuale

«Spazi per la logistica tutti da riorganizzare. Ma così siamo fermi»

Davide Pucci, presidente della C.P.S, da impresa portuale come state vivendo la lunghissima vacatio nello scranno più alto dell’Autorità portuale?
«Come un enorme problema: non avere punti di riferimento è pesante, soprattutto in questo momento così difficile. Per fortuna, al porto di Ancona la pandemia non ha causato grandi rallentamenti di traffico, ma il vero problema sta nella riorganizzazione del porto, ed in questo l’Ap è fondamentale».

Può dettagliare?
«Parlo di spazi per stoccare le merci, banchine dove poter piazzare le gru, e tutto quello di cui la logistica necessita. In questo momento, non avere nessuno con cui parlare di questi temi diventa un grande ostacolo. Speriamo sia un momento passeggero e che a breve avremo almeno il segretario. La nomina del presidente avrà i suoi tempi ma ci sono altre figure fondamentali per le imprese».

Quali sono le difficoltà che vi trovate ad affrontare a causa di questa situazione di stallo? 
«Come Cps lanciamo un grido di aiuto perché per noi è difficile lavorare in sicurezza e viene meno l’economicità dell’operazione: non avendo un posto dove stoccare la merce, si devono spostare i container più volte, con conseguente spreco di risorse, ed è difficile attrarre nuovi clienti in queste condizioni. La figura del commissario difficilmente può risolvere queste problematiche, non avendo un mandato certo».

Per il dopo Giampieri sono piovute candidature: cosa si aspetta dal nuovo presidente?
«Che abbia voglia di fare e sappia interloquire con le imprese, che vanno sostenute più di prima in una fase difficile come quella che stiamo vivendo».

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