Autorità portuale, addio Africano, si va con il commissario: Moretti verso l'incarico

Autorità portuale, addio Africano, si va con il commissario: Moretti verso l'incarico
Autorità portuale, addio Africano, si va con il commissario: Moretti verso l'incarico
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 25 Giugno 2021, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 08:40

ANCONA - Alla fine della fiera sarà un commissario a gestire l’Autorità portuale da qui a settembre: nello specifico il contrammiraglio Enrico Moretti, capo della Direzione marittima delle Marche. È questa la decisione che sta per ufficializzare il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini dopo l’imbarazzante caso della nomina del successore di Rodolfo Giampieri, quel Matteo Africano sostenuto pure dai governatori di Marche ed Abruzzo ma bocciato dalla commissione del Senato che ha innescato una miccia difficile da spegnere. 

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Gli eventi

Infatti nella decisione del ministro ha pesato non poco la spaccatura tra i due rami del Parlamento (la commissione della Camera ha dato il via libera, ndr) - e dei partiti del centrodestra - dopo l’audizione del super manager pronto a prendere in mano le redini dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, con base Ancona.

Giorni di riflessioni, tra l’incudine e il martello: ieri dal dicastero romano è filtrata la notizia della imminente nomina di Moretti a commissario. Una scelta che traghetterà l’Ap fino a settembre e consentirà al ministro Giovannini di riflettere con calma su un nome capace di rappresentare la sintesi migliore per un incarico così delicato. Un nome che quasi con matematica certezza non sarà quello di Africano, vista la sequenza di eventi seguita alle audizioni tra Camera e Senato. La scelta di affidare l’incarico al comandante della Guardia costiera regionale consentirà di arriverà fino a dopo l’estate, quando tra l’altro il contrammiraglio lascerà l’incarico alla Direzione marittima per raggiunti limiti di età. 

Cosa è successo

La parabola discendente di Matteo Africano, ingegnere romano in odore di incarico e con in testa già i progetti di rilancio dei porti, è iniziata a maggio con le due audizioni alle commissioni competenti in materia di Camera e Senato. All’inizio tutto sembrava filare liscio come l’olio fino al momento del voto dei senatori, quando è arrivata la bocciatura con 9 voti contrari, 6 favorevoli e 5 astenuti. Una decisione politica dove si è incastrato il pesante braccio di ferro che ha visto Lega, Forza Italia e Pd da una parte e Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia dall’altra. Il via libera alla Camera non è servito a stemperare la tensione e nemmeno il particolare - di non poco conto - che il parere dei commissari in Parlamento non è vincolante per la scelta del presidente. Ma tant’è. Il ministro ha deciso di prendere tempo e riprendere il discorso nomina subito dopo l’estate. Con il contrammiraglio Moretti a tenere la situazione sotto stretto controllo.

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