ANCONA - Dopo un biennio con il freno a mano tirato, il turismo made in Marche torna a correre e fa il botto, superando i livelli dell’era pre Covid. Un trend decisamente positivo che permette di vedere la luce in fondo al tunnel, nonostante un contesto internazionale particolarmente complicato. L’Osservatorio del turismo della Regione ha raccolto i dati sugli arrivi e le presenze di vacanzieri nelle Marche nel periodo che va da gennaio ad agosto, registrando un aumento in entrambi i segmenti rispetto al 2019, quando la pandemia non aveva ancora ingabbiato il settore. Per quanto riguarda gli arrivi, siamo a +2,11%, mentre nelle presenze (ovvero le notti trascorse nelle strutture ricettive del territorio) c’è un balzo del 6,68%.
I dati
Andando a guardare i numeri assoluti, le presenze nel 2019 si erano assestate sulle 8.574.824 unità, scese a 7.787.980 nel 2021, anno in cui le norme restrittive ancora vigenti sui viaggi avevano rappresentato una zavorra per il turismo. Poi, con l’allentamento dei protocolli di sicurezza contro la diffusione del virus, le persone hanno ripreso a circolare ed anche le Marche ne hanno beneficiato, registrando un numero di presenze pari a 9.148.000 tra gennaio ed agosto 2022. Parliamo quindi di 573.176 unità in più sul 2019. A centrare la performance migliore è la provincia di Fermo che, rispetto a tre anni fa, ha aumentato le presenze del 16,15%, seguita a stretto giro di posta da Ascoli Piceno a +16,05%. Crescono, seppur con percentuali più contenute, anche l’Anconetano (+6,98%) ed il Pesarese (+1,21%). Flette invece la provincia di Macerata che, quanto a presenze, si ferma a -1,13% rispetto al primo semestre del 2019.
Il tallone d’Achille
In un contesto in generale molto positivo, c’è però un punto cieco, che conferma il tallone d’Achille marchigiano in questo settore: il turismo straniero.
Buona anche le performance di Belgio 78.185 presenze, +55,78% sul 2021) e Francia (68.908 presenze, +67,55%). Cambiando angolo di osservazione e prendendo in esame il turismo nostrano, si può invece notare come la regione che più di tutte ci vede come meta turistica sia, come da tradizione, la Lombardia (2.067.905 presenze, con un aumento del 10% sul 2021). L’incubo pandemico che per due anni ha aleggiato sul turismo sembra dunque ormai alle spalle, come dimostrano empiricamente questi numeri positivi. Ora va potenziata la capacità attrattiva della regione per riuscire ad agganciare il turismo straniero. In questo senso - e non solo - avere un aeroporto che funziona non sarebbe male.