Undici misteri ancora
in cerca di una soluzione

Giorgia Isidori presidente di Penelope Marche
Giorgia Isidori presidente di Penelope Marche
di Maria Teresa Bianciardi
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Lunedì 23 Giugno 2014, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 17:12
ANCONA - Scompare un figlio, un fratello, un padre o una madre, un amico e il tempo si ferma nel preciso istante in cui si inizia ad avere la consapevolezza che qualcosa successo. Qualcosa di terribile certamente, ma cosa, però, non si sa. Potrebbe essere accaduto di tutto: una disgrazia, un rapimento, una morte violenta, un allontanamento temporaneo in un momento di sconforto. Ipotesi, solo ipotesi, che si infrangono irrimediabilmente una dopo l'altra sull'unica, agghiacciante, certezza: quella persona non si trova e all’improvviso è come se non fosse mai esistita veramente.



Pietro Sarchiè è svanito nel nulla mercoledì scorso e da allora la sua famiglia è precipitata in un incubo che lascia la vita in sospeso e il fiato corto. Di lui si sono perse le tracce da un minuto all’altro: il commerciante di pesce, 61 anni, è uscito da casa a San Benedetto del Tronto prima dell’alba per le quotidiane consegne. E’ arrivato fino a Seppie, una frazione del Comune di Pioraco, poi si è rimesso in viaggio fermandosi ad un distributore di benzina.



Proprio da questa stazione di servizio nell’entroterra maceratese comincia il mistero sulla sorte di Sarchiè, scomparso con il proprio furgone, un Ford Transit bianco con una striscia blu targato CZ988XZ. Un mistero che si tinge di giallo, perchè il cellulare dell’uomo dopo avere agganciato una cellula di San Benedetto è stato intercettato dalle parti di Fiumicino e qualcuno - una sconosciuta voce maschile - ha risposto pure alla chiamata di una cliente, specificando che il commerciante in quel momento non era in grado di parlare al telefono. Pietro Sarchiè è l’undicesima persona scomparsa nelle Marche dal 1978 ad oggi, undici vite inghiottite dalla terra che la sezione marchigiana dell’associazione Penelope con tenacia e perseveranza continua a ricordare e a cercare ostinatamente.



“E’ impossibile per un familiare rassegnarsi all’idea che un bambino, un giovane o un anziano sia sparito senza lasciare traccia. Impossibile e inaccettabile”. Giorgia Isidori è la presidente di Penelope Marche, aperta a Montecassiano il 23 aprile 2010. Sulla sua pelle e nel suo cuore una ferita che sanguina ogni volta che la cronaca racconta la storia di un’esistenza dissolta nella nebbia del mistero. “Abbiamo aperto questa sezione - spiega - in ricordo di mio fratello Sergio, scomparso nel 1979 a cinque anni e mezzo e mai più ritrovato. In tutto questo tempo non abbiamo mai smesso di cercarlo, la mia famiglia non si è mai arresa a questo terribile evento e da allora viviamo sospesi, giorno dopo giorno”. Per chi subisce lo choc di una scomparsa improvvisa il futuro non esiste e il tempo è un sostantivo pieno di incognite e carico di angoscia.



“La nostra associazione è nata proprio per dare un sostegno ai familiari delle persone scomparse - sottolinea Giorgia Isidori -. Lo facciamo attraverso il sito, continuando ad aggiornarlo sulle ricerche, ma soprattutto affiancandole con supporti psicologici e una tutela legale gratuita. Un’attività di volontariato con 32 soci, che serve a riaccendere la speranza in chi resta e a dare sempre nuovi impulsi alle indagini sempre in contatto con l’ufficio del commissario di governo che ogni sei mesi aggiorna lo stato delle ricerche a livello nazionale”.
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