Ex Assam, San Polo e casa del Mutilato: vendite impossibili. Ecco quali sono e quanti sono gli immobili sul mercato

Ex Assam, San Polo e casa del Mutilato: vendite impossibili. Ecco quali sono e quanti sono gli immobili sul mercato
Ex Assam, San Polo e casa del Mutilato: vendite impossibili. Ecco quali sono e quanti sono gli immobili sul mercato
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Martedì 13 Dicembre 2022, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 15:15

ANCONA  - La Regione passa in rassegna le sue proprietà immobiliari per cercare di vendere qualcosa e fare cassa. Periodicamente, la giunta porta avanti una ricognizione dei beni a sua disposizione per stilare un elenco delle alienazioni– in questo caso, parliamo della delibera 1625 del 3 dicembre - ma, di anno in anno, gli edifici che restano sul groppone di Palazzo Raffaello sono sempre più o meno gli stessi. A partire dall’ex sede dell’Assam ad Ancona, abbandonata da oltre un decennio e diventata nel tempo covo di sbandati, tossici e vandali. Ma anche un deposito abusivo di rifiuti. In poche parole, un concentrato di degrado.

L’immobile è in vendita, ma finora nessuno ha avanzato proposte tali da far sganciare la proprietà dal patrimonio edilizio della Regione.

Il prezzo minimo per accedere alla trattativa privata è di 900.830 euro. Nell’attesa di trovare un acquirente, la Regione fa sapere che «sarà oggetto di lavori di messa in sicurezza per la bonifica dall’amianto». C’è poi l’assurdo caso del Palazzo del Mutilato, sempre ad Ancona. Addio al progetto - avviato dalla giunta Ceriscioli nel 2019 - di spostare in quell’immobile, un tempo sede del Consiglio regionale, gli uffici dell’Asur, con tanto di permuta con le palazzine ex Crass da far rientrare nella galassia delle proprietà di Palazzo Raffaello per ospitare gli uffici di Assam ed Arpam. Ora si ragione sull’ipotesi di realizzare al suo interno un polo della cultura, ma intanto si rendono «necessari lavori urgenti di messa in sicurezza per non compromettere la stabilità dell’intero edificio». Tutti lavori a carico delle casse regionali.

Tra le proprietà che, di anno in anno, si ripresentano nel Piano delle alienazioni, c’è anche il complesso immobiliare “San Polo” di Fossombrone, in provincia di Pesaro: pur restando fermo il rapporto locativo in corso (in scadenza nel 2031), può essere destinato immediatamente alla vendita. Il bene necessita di sistemazioni catastali ed il valore totale dell’intero complesso è stimato in circa 435 mila euro. A vuoto anche l’asta per l’ex sede del Consorzio di Bonifica a Fermo. Fa da contraltare a questo quadro desolante qualche colpo andato a segno nel corso del 2021/2022, periodo durante il quale si sono registrate alcune alienazioni o permute.

In primis, quella con il Comune di Ancona per il centro tennis di Pietralacroce, per anni rimasto nel limbo. Ma anche la cessione al Comune di Tolentino dell’ex Hotel Marche, seguita ad un accordo di programma sottoscritto con la Regione il 30 luglio 2020, quando a guidare Palazzo Raffaello c’era ancora la giunta Ceriscioli. In quell’accordo si parlava di 656.292 euro per la cessione, da pagare in due tranche. Venduti a privati il complesso a Belforte all’Isauro e Piandimeleto, e quello a Novafeltria, Sant’Agata Feltria, Sogliano al Rubicone e Mercato Saraceno.

Sono 37 in totale i beni immobili alienabili assegnati al patrimonio disponibile della Regione, di cui 12 in provincia di Ancona, 12 in quella di Macerata, otto nel Pesarese, due nella provincia di Ascoli Piceno e uno in quella di Fermo. A questi, si aggiungono poi due immobili fuori regione (tra le province di Rimini e Forlì-Cesena). Quest’anno si sono uniti all’elenco anche l’“ex aula verde” a Cingoli - per la quale si è però in procinto di stipulare un contratto di vendita con il Comune - ed un terreno a Cagli vicino al demanio forestale. Anche in questo caso, è ad un passo la permuta con altro terreno da annettere al demanio forestale. Ci sono infine gli ex alloggi di servizio del Corpo Forestale dello Stato, finora per niente appetibili sul mercato.

L’Unione montana Alta Valle del Metauro, gestore delle aree demaniali adiacenti, «ha evidenziato la necessità di una valorizzazione globale del demanio forestale e dei circuiti sentieristici - spiega la delibera - attraverso l’utilizzo dei fabbricati in oggetto da parte dell’Unione montana con finalità turistico-ambientali-ricreative che porterebbe ad incrementare il presidio sul territorio». E la Regione ha detto sì.

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