Marche, artigianato ancora in crisi
Cgia e Cna: "Serve maggior sostegno"

Un'azienda tessile
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 16:50
ANCONA - Marche: artigianato ancora in crisi. Cna e Confartigianato chiedono misure di sostegno sia nazionali sia regionali a un settore fondamentale per il territorio. 

Da sette anni prosegue il calo delle imprese artigiane che nel 2008 erano 52.699 e alla fine del 2015 sono scese a 47.374. Dall’inizio della crisi si sono perse per strada 5.325 aziende e 15 mila posti di lavoro. A pagarne il prezzo più alto l’edilizia e il manifatturiero, che ha lasciato sul terreno il 7,5 per cento delle imprese e visto ridursi il proprio valore aggiunto del 17,5 per cento.

Solo negli ultimi dodici mesi, secondo Cna e Confartigianato Marche, che hanno elaborato i dati Infocamere, hanno cessato l’attività 3.924 imprese a cui vanno aggiunte altre trenta aziende  cancellate d’ufficio dalle Camere di Commercio, perché prive dei requisiti per esercitare l’attività. Invece le nuove imprese artigiane sono state  solo 3.027, per un saldo negativo di 897 aziende (escluse le cancellazioni d’ufficio).

“Durante la traversata nel deserto - affermano Confartigianato e Cna Marche - abbiamo perso tanti imprenditori ma anche nel nostro mondo ci sono segni di discontinuità nel ciclo economico che ci fanno ben sperare per il futuro. Sono le imprese artigiane più piccole che ancora faticano a intercettare l’aria di ripresa e che vanno aiutati  con misure concrete per rilanciare l'economia, il mercato e il sistema delle piccole e medie imprese marchigiane. In particolare occorre una diminuzione del carico fiscale sulle imprese e sul lavoro. Inoltre la  semplificazione amministrativa,  il sostegno agli investimenti nella innovazione, la tutela dei marchi nella valorizzazione del Made in Italy, la disponibilità di credito, la presenza di personale qualificato, il sostegno alla innovazione, gli incentivi al consumo, aiuti alla creazione e/o al consolidamento delle reti d’impresa".

I Centri Studi di Cna e Cgia hanno analizzato l’andamento dell’artigianato nel 2015 sul territorio regionale: il risultato peggiore si è avuto nella provincia di Pesaro Urbino (-347) che ha pagato in particolare la crisi delle costruzioni che hanno perso 206 aziende.  Seguono  Macerata (-203),  Ancona (-147), Fermo (-136) e Ascoli Piceno (-64).

Disaggregando i dati per macrosettori, Cgia e Cna fanno notare come oltre la metà del saldo negativo sia dovuto alla crisi dell’edilizia che ha visto lo scorso anno chiudere 1.430 imprese a fronte di 966 iscrizioni alle Camere di Commercio con la perdita di 464 aziende. Negativi anche i dati del manifatturiero che perde 232 imprese, soprattutto a causa del calzaturiero (-99) e delle industrie metallifere (-42). Continua a perdere colpi l’autotrasporto (-60)  mentre neanche i servizi riescono ad invertire la tendenza: quelli alle imprese calano in dodici mesi di 101 unità e quelli alla persona perdono 73 aziende di cui 53 nel commercio.
 
Nonostante tutto le piccole imprese resistono ma si aspettano misure fiscali, politiche di sostegno sia nazionali che regionali (per esempio per le reti di impresa).

"Alcune  prime azioni della Regione si muovono nel senso desiderato - affermano in conclusione Cgia e Cna - , pur risultando ancora insufficienti.  Per  la loro efficacia ci aspettiamo una adeguata azione dal tavolo nazionale di coordinamento delle regioni nel quale la regione Marche esercita il coordinamento su due fronti , imprese ed internazionalizzazione. Inoltre valutiamo positivamente  l'avvio di questa riflessione della Regione Marche sulla macro regione Centro Italia che predispone ad una analisi più compiuta tutta da svolgere, coerentemente con il disegno costituzionale e macroregionale che il Parlamento sta conducendo".
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