ANCONA - Il sentiero si fa stretto e tortuoso. L’iter per portare a Jesi il polo logistico di Amazon sta assumendo i contorni di un’estenuante corsa ad ostacoli con trappole piazzate ad ogni curva del percorso.
L’ultima in ordine di tempo è la presa di posizione della multinazionale americana nei confronti dello sviluppatore del progetto, la società Scannell, che il colosso dell’e commerce vorrebbe mettere alla porta. Uno scenario che renderebbe ancora più complicato arrivare alla realizzazione dell’hub nell’area dell’interporto nel 2024, come auspicato dopo aver visto naufragare la possibilità di chiudere la partita nel 2023. Per oggi è previsto un incontro tra il consiglio di amministrazione di Svem - la società Sviluppo Europa Marche che, per conto della Regione, ha una partecipazione di oltre il 95% in Interporto spa - ed i referenti italiani di Amazon per fare il punto sulla delicata operazione.
L’occasione sprecata
Si naviga a vista, mentre le lancette dell’orologio corrono. «Si è persa un’occasione straordinaria qualche mese fa, quando i contratti erano pronti ed il contesto internazionale non presentava le attuali criticità - osserva l’ex sindaco di Jesi Massimo Bacci, che ha seguito da vicino la lunghissima trattativa, spendendosi in prima persona in più di un’occasione per centrare l’obiettivo -.
I rischi
In qualità di sviluppatore, è infatti la società ad aver firmato i contratti con i privati ed a trattare con Interporto, oltre ad aver già investito quasi 10 milioni di euro nell’operazione. Dunque non basterebbe un colpo di spugna per cambiare in corsa. Ma a dare un’altra chiave di lettura a quanto accaduto finora è l’ex presidente di Interporto, Marco Carpinelli, che fa notare come, a suo avviso, «i rapporti tra Scannell ed Amazon non siano mai stati molto chiari. È quello che ho cercato di far capire fin da subito. L’unica cosa certa è che Scannell non voleva impegnarsi, mentre a noi veniva chiesto di dare assenso alla variante». Ed aggiunge: «Sembrava stesse proponendo un investimento ad Amazon più che trattare per suo conto. La proposta di progetto l’aveva fatta Scannell e non c’era nessun tipo di impegno scritto da parte di Amazon».
Le ripercussioni
Mai andati d’accordo su questa partita, Bacci e Carpinelli concordano ora sull’auspicio che, al netto degli innumerevoli impasse, l’obiettivo sia ancora raggiungibile. «È chiaro che più si ritarda, peggio è per il territorio - osserva il presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni -. Ma ora l’importante è che questo progetto si faccia. Si è perso tempo, ok. Adesso però bisogna rimboccarsi le maniche per chiudere la partita perché, nel momento in cui Amazon aprirà questo polo logistico, a beneficiarne non sarà solo la Vallesina, ma l’intera regione».
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