Allerta meteo cessata dopo 86 ore: la Regione chiede aiuto per i primi interventi

Allerta meteo cessata dopo 86 ore: la Regione chiede aiuto per i primi interventi
Allerta meteo cessata dopo 86 ore: la Regione chiede aiuto per i primi interventi
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 20 Maggio 2023, 07:04 - Ultimo aggiornamento: 15:27

ANCONA  - Dopo 86 ore consecutive ore di allerta meteo, con criticità anche da bollino arancione in gran parte della Regione, da ieri pomeriggio la Protezione civile ha allentato il livello d’attenzione, non rinnovando alcun messaggio di allertamento allo scadere dell’ultimo prorogato fino alle 14, di livello giallo per criticità idrogeologica legata all’accumulo di acqua nel terreno e nei corsi d’acqua minori.

Il meteo intanto annuncia per oggi nelle Marche un’altra giornata di tempo instabile, ma senza fenomeni particolarmente intensi, mentre domani la situazione meteo dovrebbe ancora migliorare, specie sulla fascia costiera delle Marche.

Cessato allarme dunque dopo tre giorni e mezzo segnati dal passaggio di un ciclone mediterraneo che ha scaricato nei comuni più colpiti, specie in provincia di Pesaro Urbino, tanta pioggia, quasi 100 mm solo nella giornata di lunedì, quanto l’anno scorso, segnato dalla siccità, ne era venuta giù in media in due mesi.


Acqua e fango


Gli effetti del maltempo si vedono ancora in molte zone invase da acqua e fango. Dall’inizio dell’emergenza maltempo, scattata nella tarda serata di lunedì, nelle Marche i vigili del fuoco portato a termine fino a ieri mattina 650 interventi, ma ce ne sono molti altri in coda, visto che solo nella giornata di martedì erano arrivate 700 richieste di intervento ai comandi provinciali di Pesaro e Ancona. 


Squadre da tutta la regione (fino a 200 uomini al giorno con 70 automezzi) hanno lavorato in questi quattro giorni per liberare le strade da acqua fango e alberi, prosciugare cantine e seminterrati allagati e prestare altri tipi di soccorsi alla popolazione. Il maggior numero degli interventi si è registrato a Pesaro Urbino (oltre 210). La Regione ha già chiesto al ministro della Protezione civile Musumeci di dichiarare lo stato d’emergenza nelle Marche, vista l’eccezionalità dei fenomeni meteo che hanno provocato danni ingenti e diffusi. «Andiamo alla conta dei danni - diceva ieri il governatore Acquaroli, dopo un sopralluogo in provincia di Pesaro -. Ci sono numerosi smottamenti e frane, va ripristinata la viabilità e vanno rimessi in sicurezza i luoghi più colpiti».

Con il miglioramento delle condizioni del tempo La Regione ha iniziato una prima ricognizione complessiva, i cui risultati verranno trasmessi poi alla Protezione civile nazionale e al ministero. «I dati - spiega Acquaroli - andranno a sostegno della richiesta dello stato di emergenza per mettere mano poi immediatamente agli interventi di somma urgenza, partendo da strade e infrastrutture». Il Consiglio dei ministri di martedì mattina sarà dedicato in gran parte a provvedimenti urgenti sull’alluvione che ha colpito soprattutto l’Emilia-Romagna, ma anche le Marche e parte della Toscana. 


Ieri Acquaroli ha denunciato quello che a suo avviso è stato «un approccio legislativo ideologico utilizzato nella gestione dei fiumi e della pulizia degli alvei», che negli anni «ha portato ad una normativa molto restrittiva che oggi può apparire come un limite ad una migliore manutenzione ordinaria e straordinaria e messa in sicurezza del territorio».

Nelle Marche, ha aggiunto Acquaroli, «in questa occasione possiamo dire che i fiumi principali hanno tenuto, mentre è andato in crisi è stato il reticolo inferiore dei corsi d’acqua». 
Intanto con l’aggravarsi degli effetti del maltempo in Emilia Romagna, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha ampliato da 500 milioni a 2 miliardi il plafond già stanziato per i finanziamenti finalizzati al ripristino a condizioni agevolate di abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigianali e aziende danneggiate.

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