Le Marche del vino sorridono a metà e vanno oltre la crisi. I risultati del report annuale di Fondazione Merloni e Università Politecnica

Le Marche del vino sorridono a metà e vanno oltre la crisi. I risultati del report annuale di Fondazione Merloni e Università Politecnica
Le Marche del vino sorridono a metà e vanno oltre la crisi. I risultati del report annuale di Fondazione Merloni e Università Politecnica
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Giovedì 18 Novembre 2021, 11:25

ANCONA - Tutti i numeri del vino marchigiano. Una chiave di lettura economica quella che traccia il rapporto di Fondazione Aristide Merloni e Università Politecnica delle Marche. La ricerca è stata curata (è il secondo anno di uscita) dal prof Donato Iacobucci (nel doppio ruolo di docente della Politecnica e coordinatore della Fondazione) e da Martina Orci della Fondazione stessa:è la classifica delle imprese marchigiane produttrici di vino, basata sui bilanci chiusi al 31 dicembre 2020. Interessante la fotografia delle aziende vitivinicole delle Marche, almeno attraverso i numeri ufficiali censiti. Nel 2020, anno pesantemente condizionato dalla pandemia, il settore ha fattura quasi 176 milioni di euro (193,3 nel 2019) ma mostrando interessanti segnali di crescita da parte delle cantine di medie dimensioni presenti nelle Marche.

 
Il quadro nazionale
Il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza epidemiologica da Covid 19 e dalle misure restrittive della mobilità e delle attività economiche che si sono rese necessarie al fine di contenere l’epidemia e le sue conseguenze. Tali restrizioni hanno determinato un significativo impatto anche sul settore della produzione del vino. Particolarmente colpite sono state le produzioni indirizzate al canale Ho.Re.Ca., cioè degli hotel, della ristorazione e del catering. L’Italia è uno dei paesi leader nel settore vinicolo a livello mondiale. Nel 2019, prima della pandemia, il nostro Paese era primo nel mondo per produzione di vino (47,5 milioni di ettolitri) e per quantità di prodotto esportato (21,4 milioni di ettolitri), anche se secondo dopo la Francia per valore dell’export. Nel 2020 l’inevitabile frenata. Secondo l’ISmea il settore vinicolo italiano è caratterizzato dalla presenza di oltre 310mila imprese viticole e 46mila aziende vinificatrici che nel complesso generano un fatturato di circa 13 miliardi di euro e occupano oltre 13mila addetti. Il settore è caratterizzato da prodotti di elevata qualità; il 90% del valore della produzione è rappresentato da oltre 500 vini Dop/Dopg e Igp certificati dall’Unione europea. Dopo un lungo trend negativo, a partire dal 2016 si è registrato un continuo aumento delle superfici dedicate a uva da vino che hanno raggiunto i 671mila ettari nel 2020. 


Così nelle Marche
Con poco meno di 11mila imprese attive nel settore e 17,526 ettari di superficie coltivata a vigneto le Marche pesano meno del 3% sul totale nazionale. Il peso è maggiore in termini di imprese rispetto alla superficie coltivata, evidenziando una frammentazione produttiva del settore maggiore di quella registrata a livello nazionale. In termini di produzione la quota regionale è ancora più bassa: nella media del periodo 2016-2020 la produzione annua è stata di circa 800mila ettolitri, pari all’1,6% del totale nazionale. Nel 2020 Ismea ha stimato una produzione regionale di 889 ettolitri, pari all’1,8% del totale nazionale. Il posizionamento regionale è migliore se si considerano le imprese vinificatrici: in questo caso la quota regionale è di circa il 5%. Le superfici coltivate a vino nelle Marche sono cresciute leggermente nell’ultimo decennio dai 17.137 ettari registrati dal censimento del 2010 ai 17.526 registrati sempre dall’Ismea nel 2020. L’Istat, nel 2010, con riferimento alla distribuzione della superficie a uva per provincia nelle Marche confermava che la provincia di Ascoli Piceno ha la quota maggiore di superficie destinata alla coltivazione di uva (6.216 ettari), seguita da Ancona (4.875), Macerata (2.304), Pesaro e Urbino (2.022) e infine Fermo (1.720).

Le imprese vitivinicole sono distribuite in prevalenza nelle zone costiere con una significativa presenza in alcune aree interne delle Marche.

Emerge una concentrazione di aziende nei territori corrispondenti alle tradizionali tipologie di vino delle Marche. A tale proposito è possibile individuare quattro grandi aree di concentrazione delle imprese vitivinicole. La prima riguarda il territorio pesarese, noto per i vini bianchi. La seconda area riguarda la zona costiera di Ancona dove si produce il Rosso Conero. La terza area comprende i territori più interni della provincia di Ancona noti per la produzione del Verdicchio. Infine, la quarta area, con un’elevata presenza di imprese, è quella del Piceno dove vengono realizzati numerosi vini a denominazione di origine controllata.


Il confronto
Nel confronto con le principali imprese manifatturiere marchigiane le società vitivinicole hanno una dimensione media significativamente inferiore. Si deve considerare che l’impresa manifatturiera in ultima posizione della classifica registra un volume di vendite superiore ai 10 milioni mentre nella presente graduatoria la società vinicola alla cinquantesima posizione ha un ammontare di vendite di poco superiore a 100mila euro. Nel 2020 il numero di addetti impiegati nel settore vitivinicolo ha subito un calo del 2,7% rispetto all’anno precedente. In agricoltura il numero di addetti è rimasto pressoché invariato (-1%), invece, nel settore Industria la contrazione è stata più marcata e pari al -3,9%. 


La classifica
Le imprese nelle prime 10 posizioni della classifica sono rimaste pressoché invariate rispetto all’anno precedente. È guidata dalla Togni di Serra San Quirico (bollicine a etichetta Rocca dei Forti, quasi 50 milioni di bottiglie che viaggiano essenzialmente nella grande distribuzione) che si conferma al primo posto, nonostante il significativo calo delle vendite (-14,2%) nel confronto con il 2019. Le imprese con un ammontare delle vendite superiore ai 10 milioni di euro sono quattro: Togni appunto, Terre Corte Moncaro, Bertani-Fazi Battaglia e Umani Ronchi. La posizione di queste 4 imprese si dimostra piuttosto stabile nel tempo. Infatti, nella precedente edizione del report curato da Fondazione Merloni e Università Politecnica comparivano ai primi posti con la differenza della posizione inversa fra le imprese del secondo e terzo posto. La Bertani-Fazi Battaglia, che è l’unica fra le 4 imprese ad appartenere al settore agricoltura, è entrata nelle prime posizioni dal 2018 a seguito del processo di aggregazione delle tenute agricole del gruppo Angelini, del quale fa parte, in un’unica entità. La Terre Corte Moncaro è l’unica fra le prime imprese ad aver registrato una variazione positiva delle vendite nel 2020 (+4,2%). Un risultato significativo che premia il lavoro della corazzata con base a Montecarotto. Oltre la metà delle imprese considerate dalla ricerca ha un ammontare di vendite inferiore al milione di euro. Questo dato mette in evidenza una delle caratteristiche del settore vinicolo marchigiano che consiste nella prevalenza di imprese di piccola dimensione. Un patrimonio inestimabile di diversità ma che sui grandi mercati soffre l’impatto con i grandi gruppi. Il piccolo e bello condiziona gli scenari internazionali anche se i nostri produttori hanno saputo creare rapporti duraturi con i più forti esportatori dei Paesi chiave (Inghilterra, Germania, Usa e Giappone). E la prospettiva per il 2021 che va a finire sembra più che positiva.


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