Acquaroli: «Amazon e voli, due buone notizie per le Marche ma non per caso»

Acquaroli: «Amazon e voli, due buone notizie per le Marche ma non per caso»
Acquaroli: «Amazon e voli, due buone notizie per le Marche ma non per caso»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 29 Dicembre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:20

Dicembre è stato il mese delle buone notizie. Governatore Francesco Acquaroli partiamo da quella forse più attesa: la chiusura dell’accordo per la realizzazione del polo logistico di Amazon a Jesi. Lei ha detto che a un certo punto l’operazione sembrava pregiudicata: quando ha pensato che tutto fosse andato in fumo e come siete riusciti a recuperare? 


«Le buone notizie non vengono mai all’improvviso o per caso, e come nella vita anche nelle istituzioni i risultati sono sempre il frutto di tanto lavoro. Un anno fa, nella trattativa, si era registrato un momento difficile legato ai tempi e alle procedure, ma se oggi siamo a questo risultato è evidente che il nuovo Cda di Interporto ha saputo recuperare quanto sembrava perduto. La costituzione di un polo logistico, spinta da operatori molto forti, può fare la differenza anche a livello macro-regionale restituendo finalmente protagonismo e centralità alle Marche». 
L’altro obiettivo centrato è quello dei voli di continuità per Roma, Milano e Napoli, con l’ok di Bruxelles arrivato dopo quasi un anno di attesa: quando potremo vederli decollare dal Sanzio? 


«Spero entro la prossima estate, ma sui tempi non posso dare certezze in quanto non dipendono solo dalla Regione. Mi faccia però esprimere soddisfazione per l’Aeroporto delle Marche che dopo anni di vicende tristemente famose, oggi festeggia una serie di traguardi importanti in termini di rilancio, con nuovi voli europei e ora l’opportunità della continuità territoriale». 


Da gennaio l’Atim, l’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione, diventerà operativa. Quali risultati si aspetta? 
«Potrà contribuire alla crescita delle Marche. Una agenzia in grado di colmare quel divario che ci penalizza storicamente ma che può diventare motore aggiunto. Dobbiamo uscire dalla nostra visione campanilista, lavorare in rete e cogliere le opportunità che i mercati ci offrono. Per farlo occorrono progetti, investimenti e strumenti attuativi».


L’altra grande partita è quella della riforma della sanità: dai primi mesi dell’anno, entreranno in funzione le Ast e ci sarà un cambio di passo. Ma per i primi due anni e mezzo del suo mandato, il sistema sanitario regionale si è dimostrato all’altezza di gestire un’emergenza come quella del Covid: cosa vi ha fatto pensare che fosse necessaria una rivoluzione nel settore? 
«La sanità che abbiamo oggi è frutto della programmazione e delle scelte fatte nello scorso decennio, che hanno tagliato per anni, impoverendo territori, ospedali e sistema pubblico. Vogliamo restituire un servizio in grado di reggere le esigenze e i cambiamenti della comunità. Per farlo siamo partiti dalla riforma del modello attuale verso un modello più equilibrato sui territori, e occorrerà mettere mano anche alle normative nazionali che oggi penalizzano il sistema pubblico, che soffre principalmente la carenza di medici e di personale. Se vogliamo la sanità pubblica, per tutti, e diffusa sui territori, questa è la strada da percorrere».


C’è poi il tema evergreen: le infrastrutture. Per il 2023 ha annunciato un masterplan che includerà tutte le principali opere da realizzare: può anticipare qualcosa?
«Basta vedere quanto accaduto in questi primi 26 mesi, condizionati dalla pandemia e dal rincaro dei prezzi.

Dalla Guinza alla Pedemontana, solo per citarne due, sono investimenti che diventeranno cantieri, opere che finora non si erano mai viste. Il cambio di passo è inequivocabile».


Il 2022 è stato anche l’anno delle tragedie dell’alluvione e del sisma tra Pesaro e Ancona: le popolazioni colpite dicono che non è ancora stato fatto abbastanza. Quando arriveranno le risorse per i comuni travolti dall’esondazione? E a che punto è la richiesta dello stato di emergenza per il terremoto? 
«Gli oltre 400 milioni stanziati dal Governo per l’alluvione sono una risposta inequivocabile. Non mi sembra di ricordare precedenti, a livello nazionale, lontanamente paragonabili a quanto accaduto in questo caso, e solo dopo pochi mesi. A seguito dell’alluvione del 2014, l’intervento è arrivato anni dopo e con risorse irrisorie. Comprendo che la popolazione chieda tempi rapidi, i fondi del Governo sono stanziati nella legge di bilancio in queste ore in approvazione e, a seguire, lavoreremo per la ripartizione sui territori. Ho chiesto una struttura commissariale autonoma in grado di essere ancora più veloci e strutturati, anche a servizio degli enti locali. Con il nuovo anno verrà attivata. Per quanto riguarda la richiesta dello stato di emergenza, la Protezione Civile nazionale ha chiesto ulteriori approfondimenti per la valutazione».


Dopo le elezioni politiche è cambiata metà della sua giunta e si sono modificati anche gli equilibri interni alla maggioranza, con l’exploit di FdI e la caduta della Lega: qual è la situazione a Palazzo Raffaello? Gli scossoni romani sì sono sentiti anche a queste latitudini?
«Noi guardiamo agli obiettivi delle Marche, la maggioranza è solida e non risente delle vicende politiche nazionali. Anzi, in questo momento, anche il rapporto con il Governo nazionale è fluido ed estremamente positivo, come non mai, e di questo ringrazio il presidente Meloni, i ministri e tutte le forze della coalizione».


Siamo a metà del suo mandato da governatore: che voto dà all’operato della sua giunta? 
«Sto dando il massimo, sono convinto che la percezione delle Marche adesso sia completamente diversa, perché la nostra regione sta acquisendo un peso nazionale che non ha mai avuto. Alla fine il voto lo daranno i marchigiani».


Qual è il risultato più importante raggiunto e cosa invece farebbe diversamente?
«Far comprendere al Governo che quanto accaduto nella notte del 15 settembre non è stata una comune alluvione, è stato importante far capire la vastità dell’area coinvolta e l’impotenza devastatrice di quegli eventi, questo ci consentirà di mettere in campo gli interventi necessari alla mitigazione del rischio idrogeologico e al ripristino dei territori. Su quanto fatto finora, sono molto soddisfatto, non mi pento e non rinnego nulla e sono convinto che stiamo operando per il bene e il futuro della nostra regione».
 

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