Marche, accolti 3.720 migranti: due su tre ospiti nei Cas. Un quinto sono minori

Marche, accolti 3.720 migranti: due su tre ospiti nei Cas. Un quinto sono minori
Marche, accolti 3.720 migranti: due su tre ospiti nei Cas. Un quinto sono minori
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 10 Giugno 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 17:21

Sono 3.720 i migranti in accoglienza ospitati nelle Marche e la fetta più consistente della torta dell’ospitalità, quasi i due terzi, riguarda proprio i centri d’accoglienza straordinari, strutture come quelle sequestrate ieri ad Ancona nell’inchiesta della Squadra mobile dorica. Nei Cas attivi nella nostra regione, secondo i dati del ministero dell’Interno aggiornati al 31 maggio scorso, sono accolti 2.395 migranti che hanno richiesto forme di protezione internazionale al nostro paese. Gli altri 1.325 migranti sistemati nella nostra regione sono ospitati nei centri Sai, il sistema accoglienza integrazione. 


La ripartizione delle quote

Alle Marche attualmente è assegnato il 3,2% dei 116.834 immigrati inseriti nel sistema di accoglienza nel nostro Paese, una quota che viene ripartita tra le regioni in base a una serie di parametri, dal numero degli immigrati presenti, alla percentuale sul totale della popolazione, alla condizione socio-economica delle aree di riferimento.

Le regioni con la quota più alta sono Lombardia (12%) ed Emilia Romagna 10%. Centri Cas e Sai corrispondono ai due livelli dell’accoglienza ai migranti forzati: la prima avviene in centri governativi ad esclusiva gestione da parte delle Prefetture (attraverso associazioni, cooperative o Onlus che si aggiudicano le gare) come i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e di prima accoglienza (Cpa) che dovrebbero provvedere alle primissime esigenze dei richiedenti protezione, giusto il tempo necessario alla verbalizzazione della domanda d’asilo, all’individuazione di situazioni di vulnerabilità e all’avvio dell’iter. La seconda accoglienza viene gestita invece dagli enti locali che aderiscono al sistema per l’accoglienza dei richiedenti e dei titolari di protezione. Si tratta del sistema di accoglienza e integrazione Sai, che oltre all’assistenza materiale, legale, sanitaria e linguistica svolge anche attività di integrazione sociale e lavorativa del richiedente per tutta la durata dell’esame della domanda di protezione.

L’approccio emergenziale

Un’indagine pubblicata nell’aprile scorso dall’Agenzia regionale sanitaria sui centri e gli operatori dell’accoglienza dei migranti forzati nelle Marche ha rilevato che «a dimostrazione di come si mantenga un approccio emergenziale ad un fenomeno ormai da tempo del tutto ordinario che dovrebbe essere di pertinenza delle politiche sociali, la maggior parte dei richiedenti asilo è accolta per lunghi periodi nella forma di accoglienza straordinaria». Siamo oltre il 64% del totale. 

I 17 gestori

L’indagine di Ars Marche - che ha coinvolto 17 dei 19 enti gestori dell’accoglienza che operano nel territorio regionale, per un totale di 28 progetti di accoglienza e 2.718 migranti assistiti - rivela che la maggioranza degli ospiti è rappresentata da uomini adulti (68,5%), per il 12,6% da donne e quasi un assistito su 5 è minorenne, sommando under 18 arrivati in Italia con familiari (12,4%) e minori stranieri non accompagnati (6,4%). I cinque Paesi di provenienza più rappresentati sono Pakistan, Bangladesh, Somalia, Afghanistan e Nigeria. Ma dove vengono accolti i richiedenti o titolari di protezione internazionale affidati alle Marche? Secondo l’indagine di Ars Marche, che ha dati aggiornati a fine ottobre 2022, sono ospitati prevalentemente in appartamenti di piccole dimensioni. «È infatti dalla qualità dell’accoglienza - si legge in un passaggio dello studio dell’Ars che oggi risalta ancora di più, alla luce del sistema ipotizzato dall’inchiesta della procura dorica - che dipendono il percorso di inclusione sociale ed il raggiungimento dell’autonomia di vita del migrante forzato. Qualità che dipende certamente dall’organizzazione dei Centri di accoglienza ma anche dall’intero sistema di accoglienza che un Paese sceglie di realizzare, a beneficio dei profughi e dell’intera collettività».
 

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