La direttrice della clinica oncologica Berardi: «Ai tavoli che contano vedo soltanto uomini»

La direttrice della clinica oncologica Rinaldi: «Ai tavoli che contano vedo soltanto uomini»
La direttrice della clinica oncologica Rinaldi: «Ai tavoli che contano vedo soltanto uomini»
di Rossana Berardi
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Martedì 8 Marzo 2022, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 11:02

Festa della donna? Sì, oggi più che mai. Lo dimostra il fatto che ancora a tanti tavoli, non ultimi quelli diplomatici e di trattative che seguiamo con preoccupazione in questi giorni, non ci sono donne. Viene naturale chiedersi: se ci fossero, se fosse rappresentata una pluralità di voci e di pensieri le cose potrebbero andare diversamente? Ritengo di sì, e certamente ci sarebbe maggiore equità.

Non credo che sia un caso che esattamente un secolo fa, proprio a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne protestarono per chiedere a gran voce la fine della guerra: le donne, madri, figlie, sorelle, mogli, non vogliono la guerra anche perché per natura generano vita.

E ora come allora la festa della donna dovrebbe ricordarci di sospendere i giudizi nei confronti delle altre donne e di lavorare insieme. Come tutte noi, nel mio percorso ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare grandi donne (e grandi uomini!) che mi hanno ispirata, amiche sincere che mi hanno aiutata, ma anche pessime donne che mi hanno ostacolata, così come piccoli uomini che mi hanno osteggiata solo per il fatto di essere donna. Anche nel mio settore non si è ancora infranto il tetto di cristallo: nonostante 7 professioniste su 10 siano donne in ambito sanitario, solo il 18% delle direttrici di struttura è donna, e analoga percentuale è quella delle direttrici generali degli ospedali, delle professoresse di I fascia in ambito accademico. Ancora oggi non c’è parità e quello che nel 2022 è un deficit per le donne, domani potrebbe esserlo per l’altro genere. È giusto pertanto mantenere sempre dei livelli di equità che diano opportunità a tutti, valorizzando il merito e facendo crescere donne, uomini, giovani e meno giovani, insomma le persone che hanno valore, per impegno e capacità. Guardiamo ai modelli femminili più positivi, aiutiamo le giovani donne ed educhiamo i giovani uomini a crescere superando ogni gender gap, in modo che ai tavoli domani possano sedersi tutti.

*Direttrice Clinica oncologica Torrette

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