ANCONA - Una chiosa, a margine della conferenza stampa di ieri mattina, l’assessore regionale alla Sanità Saltamartini e la manager Di Lucia Di Furia l’hanno poi fatta sui sanitari “no vax”. Alcuni giorni fa da palazzo Rossini, sede della Sanità, è partita una lettera specifica alle aziende sanitarie regionali per stringere il cerchio su chi non ha voluto vaccinarsi,
Vaccini, da metà giugno addio ai palasport. Tocca a farmacie e medici di base
«in modo tale che non ci sia un pericolo che il Covid venga trasmesso ai pazienti.
Ritengo che gli operatori sanitari debbano vaccinarsi, e che l’obbligo vaccinale debba essere coercitivo, ma anche che vadano scartate ipotesi drastiche quali licenziamenti o risoluzioni dei rapporti di lavoro. Bisogna trovare un equilibrio: anche se qualcuno rifiuta la somministrazione, va garantito che non ci sia inquinamento negli ospedali». Il numero preciso di quanti siano gli operatori sanitari ad aver rifiutato il vaccino è riservato per questioni di privacy, ma Saltamartini ha fatto sapere che «è più elevato nel nord della regione, mentre siamo su numeri risicati al centro e nel sud».