ANCONA Dieci milioni per il lungomare nord e sette per l’elettrificazione delle banchine. Sono i soldi in arrivo dal Piano Nazionale Complementare (Pnc) per il porto di Ancona. A evidenziarlo è il rapporto “Investimenti e Riforme del PNRR per la Portualità”, pubblicato ieri mattina e discusso durante un seminario online.
Tra i partecipanti il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, l’ex comandate del Porto di Ancona, Giovanni Pettorino, il dg Maria Teresa Di Matteo, e l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Ancona e attuale presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri. Il sistema di cold ironing per le navi traghetto ormeggiate nel porto di Ancona consiste nella realizzazione di sistemi per la fornitura di energia elettrica dalla riva alle navi durante la fase di ormeggio, in modo da ridurre al minimo l’utilizzo dei motori ausiliari di bordo per l’autoproduzione dell’energia elettrica, riducendo sensibilmente emissioni di CO2, ossidi di azoto e polveri sottili, nonché l’impatto acustico.
Traffico regolare
Le banchine oggetto di intervento sono le numero 8, 9, 11, 13, 15 e 16, ovvero quelle destinate al traffico traghetti. Si tratta di terminali caratterizzati da una frequenza di arrivi e partenze abbastanza regolare, seppure variabile durante le stagioni dell’anno, e non richiedono potenze particolarmente elevate. Per altro il Progetto inquinamento Ancona (Pia) ha evidenziato che le emissioni dei traghetti rappresentano tra l’80% ed il 90% del totale delle emissioni delle navi in sosta nel porto, nonché quelle che maggiormente impattano sulle aree abitate circostanti. L’intervento sul lungomare nord per la rettifica e la velocizzazione della linea ferroviaria con i materiali di escavo dei fondali marini prevede invece la realizzazione di un parco urbano, tra dune di sabbia e passerelle in legno, e il contestuale riposizionamento dei binari, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità sia stradale che ferroviaria al porto e riutilizzare in maniera sostenibile i sedimenti di dragaggio. «La sostenibilità, che deve essere sia ambientale, che economica, che sociale, è uno degli elementi base della ricostruzione del rapporto tra porto e città, su cui puntiamo come Assoporti – ha detto Giampieri -. Questo perché la geografia dei porti italiani, quasi sempre collocati all’interno del tessuto urbano, definisce la necessità di creare rapporti corretti con la comunità, non potendo essere lo sviluppo di un porto portato avanti in contrasto con essa».