Miliardario per una notte, che beffa la Lotteria Italia a Castelbellino: 25 anni fa l’estrazione del biglietto annullato per una pallina inceppata

I titolari del Bar Vannucci mostrano la matrice del biglietto miliardario
I titolari del Bar Vannucci mostrano la matrice del biglietto miliardario
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 8 Gennaio 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 16:12

ANCONA - Il 6 gennaio di 25 anni fa la fortuna inciampò in un piccolo bar davanti alla stazione di Castelbellino, in Vallesina, dov’era stato venduto il biglietto della Lotteria Italia numero U527243. Il possessore, rimasto sconosciuto, si era aggiudicato il premio da due miliardi di vecchie lire, ma passò solo una notte a far sogni da nababbo. Già la mattina dopo i Tg rilanciavano le immagini della pallina rimasta incastrata nella “lavatrice”, il meccanismo che allora si usava per l’estrazione dei numeri vincenti.

Tutto da rifare, con il biglietto annullato dai Monopoli di Stato, e il quinto premio da due miliardi passato a un giocatore di Milano, ripescato dai vincitori delle categorie minori.

Apriti cielo. Iniziò un contenzioso chiuso l’anno dopo con una transazione da 60 milioni di lire a testa per i nove del cosiddetto “Club dei beffati” dei Castelbellino, possessori di biglietti della stesso blocchetto da dieci della serie U. Ognuno di loro avrebbero avuto una chance di vincita, se non si fosse inceppata la settima pallina con l’ultimo numero, nell’estrazione avvenuta durante lo show su RaiUno condotto da Raffaella Carrà. Tra loro però non c’era il possessore del biglietto U527243, miliardario per una notte. I nomi girarono nel frullatore delle chiacchiere da strapaese, un certo Peppe, dato in pasto forse con malizia dai sussurri di compaesani, venne inseguito per giorni da mute di inviati, che descrissero anche i poster della Juve affissi nella sua camera da letto ma non trovarono traccia del ticket miliardario. Si parlò di un biglietto perso o dimenticato, ma non se ne è mai saputo nulla, come ricorda oggi l’avvocato Giancarlo Catani, che aveva assistito i beffati fino alla transazione firmata con i Monopoli prima che il Tar del Lazio entrasse nel merito dei ricorsi. «Del biglietto miliardario che finiva con il 3 non si è saputo più nulla - diceva ieri l’avvocato jesino - mentre per i nostri nove assistiti ottenemmo un indennizzo per la chance di vincita negata. Ognuno di loro, se la pallina non si fosse inceppata, avrebbe avuto un decimo di probabilità di vincere i due miliardi. Fu un inconveniente capace di segnare la storia della Lotteria Italia, visto che dopo quel 6 gennaio 1997 il meccanismo di estrazione con le cosiddette lavatrici non venne più utilizzato». Le vendite dei biglietti delle lotterie per qualche tempo crollarono ai minimi storici, per la crisi di fiducia innescata da quella pallina incastrata. 


La chance negata
La transazione con i Monopoli di Stato riconobbe ai nove beffati di Castelbellino 60 milioni a testa, per l’opportunità di vincita negata. Al giocatore di Milano restò un miliardo e 460 milioni. L’accordo era stato facilitato proprio dal fatto che il possessore del biglietto U527243 da 2 miliardi poi sospeso non si è mai presentato a reclamare la vincita. Un fantasma.
Nel piccolo borgo dei Castelli di Jesi un quarto di secolo dopo i ricordi ancora bruciano, anche se il bar-ricevitoria di Castelbellino Stazione ormai ha cambiato gestore da 16 anni, ora si chiama Bar Luca, e il titolare di allora, Giovanni Vannucci, per tutti Nanni, è morto a 86 anni nel gennaio 2021. Il suo bar divenne l’epicentro di un terremoto mediatico, con una sala riservata a giornalisti e troupe televisive. «Per una decina di giorni la vita fu impossibile - aveva ricordato in occasione di un anniversario -. Chiamarono le tv di Inghilterra, Francia e Germania e misi un amico a rispondere al telefono perché non riuscivo a servire i clienti».

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