ANCONA - Il 6 gennaio di 25 anni fa la fortuna inciampò in un piccolo bar davanti alla stazione di Castelbellino, in Vallesina, dov’era stato venduto il biglietto della Lotteria Italia numero U527243. Il possessore, rimasto sconosciuto, si era aggiudicato il premio da due miliardi di vecchie lire, ma passò solo una notte a far sogni da nababbo. Già la mattina dopo i Tg rilanciavano le immagini della pallina rimasta incastrata nella “lavatrice”, il meccanismo che allora si usava per l’estrazione dei numeri vincenti.
Tutto da rifare, con il biglietto annullato dai Monopoli di Stato, e il quinto premio da due miliardi passato a un giocatore di Milano, ripescato dai vincitori delle categorie minori.
La chance negata
La transazione con i Monopoli di Stato riconobbe ai nove beffati di Castelbellino 60 milioni a testa, per l’opportunità di vincita negata. Al giocatore di Milano restò un miliardo e 460 milioni. L’accordo era stato facilitato proprio dal fatto che il possessore del biglietto U527243 da 2 miliardi poi sospeso non si è mai presentato a reclamare la vincita. Un fantasma.
Nel piccolo borgo dei Castelli di Jesi un quarto di secolo dopo i ricordi ancora bruciano, anche se il bar-ricevitoria di Castelbellino Stazione ormai ha cambiato gestore da 16 anni, ora si chiama Bar Luca, e il titolare di allora, Giovanni Vannucci, per tutti Nanni, è morto a 86 anni nel gennaio 2021. Il suo bar divenne l’epicentro di un terremoto mediatico, con una sala riservata a giornalisti e troupe televisive. «Per una decina di giorni la vita fu impossibile - aveva ricordato in occasione di un anniversario -. Chiamarono le tv di Inghilterra, Francia e Germania e misi un amico a rispondere al telefono perché non riuscivo a servire i clienti».
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