Pesaro e Urbino, imprese a caccia di lavoratori che non si trovano. Sotto stress il settore turistico ma anche meccanica, costruzioni e mobile. Non vuole più lavorare nessuno?

Pesaro e Urbino, imprese a caccia di lavoratori che non si trovano. Sotto stress il settore turistico ma anche meccanica, costruzioni e mobile. Non vuole più lavorare nessuno?
Pesaro e Urbino, imprese a caccia di lavoratori che non si trovano. Sotto stress il settore turistico ma anche meccanica, costruzioni e mobile. Non vuole più lavorare nessuno?
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 18:09 - Ultimo aggiornamento: 18:10

PESARO - Il lavoro c’è ma non si trovano addetti. La CNA di Pesaro e Urbino, evidenzia da anni come la questione riguardi molte imprese e attività di servizio della provincia e porta a conforto delle sue tesi i dati Excelsior di UnionCamere elaborati dal Centro Sudi Cna. Dati che dimostrino - inconfutabilmente - come molte aziende cerchino, senza trovarli, operai, addetti, apprendisti.

I numeri

Nella provincia di Pesaro e Urbino aumenta la quota delle imprese che prevedono nuovi ingressi al lavoro per il mese di gennaio (dal 10% del 2022 al 14% del 2023) e sono in crescita anche le entrate al lavoro complessivamente previste: +4,0%. La crescita delle assunzioni previste si concentra però nelle manifatture e nelle costruzioni (“industria”: +12,6%) mentre per i servizi si registra una decisa diminuzione degli ingressi al lavoro previsti (-6,0%). 

La crescita degli ingressi al lavoro previsti nella provincia per il primo trimestre dell’anno è particolarmente sostenuta: +16,3%. E’ trainata dall’industria (manifatture e costruzioni: +24,7%) ma è attesa coinvolgere in modo deciso anche i servizi (+7,3%).

Cosa prevede il 2023

Nel 2023 le entrate al lavoro previste sono caratterizzate da una leggera diminuzione della condizione di stabilità nelle modalità di assunzione (contratti a tempo indeterminato o di apprendistato) rispetto al 2022 (dal 24% al 23%), da un deciso aumento della quota di imprese che si attende difficoltà a trovare i profili desiderati (dal 42% al 47%), da un incremento interessante della quota di imprese che prevede assunzioni di giovani con meno di 30 anni (dal 26% al 29%), da una diminuzione (lieve ma non per questo meno allarmante) della quota di imprese che prevede nuove entrate di personale laureato (dal 15% al 13%).

Dove avvengono gli ingressi

Secondo il Sistema Informativo Excelsior, per la provincia di Pesaro e Urbino, i maggiori incrementi di ingressi al lavoro previsti riguardano le imprese di medie dimensioni (tra 50 e 250 dipendenti).

Per il trimestre gennaio – marzo 2023 gli ingressi al lavoro previsti crescono più intensamente per le medie imprese (+36,4%); tuttavia, in termini assoluti, sono le piccole imprese (1-49 dipendenti) a registrare il maggior numero di entrate previste per il trimestre gennaio– marzo (+910 unità rispetto al I trimestre 2022).

Le entrate sono più numerose, in ordine decrescente: nel legno-mobile, poi nella meccanica avanzata (Industrie meccaniche ed elettroniche), nei servizi al turismo, nella meccanica meno complessa, nel commercio.  Per il primo trimestre, però, sono i servizi al turismo che prevalgono nettamente, seguiti dalla meccanica avanzata e dal legno e mobile.

Il mercato del lavoro

Il neodirettore della CNA di Pesaro e Urbino Claudio Tarsi evidenzia come l’associazione raccolga diverse segnalazioni da parte dei propri associati. Si tratta di richieste di persone non sempre con profili qualificati (come ad esempio tornitori meccanici), ma anche semplici apprendisti o addetti che spesso però non incontrano il mondo dell’offerta. «E’ urgente per questo una riforma del mercato del lavoro in modo da coniugare con maggiore efficacia richiesta e domanda di occupazione. Vanno analizzate le esigenze delle imprese con una visione pluriennale, in modo che scuole e formazione professionale orientino i giovani verso le professioni maggiormente richieste dal sistema produttivo provinciale».

«Oggi – aggiunge il presidente provinciale CNA Michele Matteucci - questo non avviene e il risultato è sotto gli occhi di tutti, con un evidente e crescente scollamento tra le qualifiche richieste dal sistema produttivo e quelle disponibili negli elenchi dei Centri per l’impiego».

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