ANCONA Dopo 50 anni qualcosa si muove. Siamo ancora ai preliminari, senza contare che una volta raggiunto l’obiettivo si dovrà superare l’ostacolo delle colate di cemento già posizionate e abbandonate da decenni: ma per la Fabriano-Sassoferrato si comincia a intravedere una luce in fondo al tunnel. In queste settimane infatti in Regione, con l’assessore Francesco Baldelli in testa, si sta lavorando sull’incompiuta della provincia di Ancona: un tratto di 12 chilometri che parte da Campo dell’Olmo di Fabriano e arriva alla zona industriale Berbentina di Sassoferrato.
A che punto siamo
Se ne parla dal 1971, quando sono stati avviati i primi cantieri, ma nel 2021 l’infrastruttura è ancora tra le protagoniste del libro dei sogni marchigiani.
L’obiettivo finale
«Questo tracciato - spiega ancora il responsabile delle Infrastrutture in Regione - ci consentirà di avere una rete viaria in grado di collegarsi anche con la Fabriano-Muccia in provincia di Macerata, con la Mezzina e la Salaria a Sud e con la Fano-Grosseto a Nord delle Marche togliendo finalmente molti paesi dall’isolamento». La Regione sta valutando con ministero e Anas la soluzione migliore per far ripartire i lavori di questo primo tratto di incompiuta, considerando anche - particolare di non poco conto - che lungo il tracciato in prossimità del bivio di Nebbiano, a Cantia e presso la zona industriale Berbentina di Sassoferrato sono stati già realizzati piloni di cemento, una galleria e porzioni di strada abbozzati e abbandonati. «Esiste una vecchia progettazione che ovviamente dovrà essere aggiornata per seguire tutte le normative europee che sono state aggiornate nel frattempo - conferma Baldelli - e andrà verificato lo stato di degrado delle opere già messe a terra. Non sarà un percorso semplice ma lo porteremo avanti seguendo il masterplan delle infrastrutture approvato due mesi fa dalla giunta Acquaroli».
I passaggi
Anche oggi l’assessore regionale si trova a Roma per proseguire il tavolo di confronto sui progetti infrastrutturali da portare avanti nelle Marche. «Abbiamo una visione complessiva ed equilibrata del sistema viario da realizzare. Si parte da porto, aeroporto e interporto che sono la nostra finestra sul mondo e da lì si dirama tutta la rete stradale di collegamento tra costa, entroterra e regioni limitrofe. Atti di programmazione seri con una visione unitaria, tenendoci alla larga da interventi spot che lasciano il tempo che trovano». La risoluzione del contratto con l’ultima ditta incaricata di quest’opera risale al 2004, sebbene l’Anas abbia congelato 18 milioni di euro. Cifra che, nel 2018, è stata tolta dalla sua destinazione originaria e destinata a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle strade di proprietà della Regione Marche, ex strade statali.
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