Tangenti in Regione, il pm: «Tagli indiscriminati per ricavare biomasse combustibili». Nel mirino gli interventi su Foglia, Metauro, Misa, Esino e Tesino

Le indagini dei carabinieri forestali
Le indagini dei carabinieri forestali
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 16:57

Nelle Marche a rischio dissesto idrogeologico, un’inchiesta come quella che mette nel mirino gli interventi di mitigazione idraulica sui bacini dei fiumi Foglia, Metauro, Misa, Esino e Tesino risulta ancora più allarmante. Secondo l’impianto accusatorio, infatti, il giro di tangenti per pilotare gare d’appalto - per un totale di 1,2 milioni di euro - ed affidamenti di lavori della Regione, sarebbe stato finalizzato ad interventi lungo le aste fluviali relativi alla «manutenzione idraulica, con estesi tagli di vegetazione arborea ripariale, per ricavare biomasse combustibili».

Un depauperamento del patrimonio ambientale, finalizzato ad incrementare i profitti, che avrebbe intaccato almeno cinque dei principali bacini fluviali marchigiani.

Stando all’indagine monstre condotta tra Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro Urbino ed Arezzo, e coordinata dal pubblico ministero della Procura di Ancona Andrea Laurino, gli interventi finiti sotto la lente d’ingrandimento si sarebbero tradotti in «ingenti tagli alla vegetazione ripariale, in spregio delle normative paesaggistiche ed ambientali». 


I rischi
Secondo le indagini avviate dai carabinieri forestali nel 2021 - ipotesi poi confermata anche dai consulenti della Procura di Ancona - gli interventi avrebbero pregiudicato in modo sostanziale la salubrità degli ecosistemi fluviali al solo fine di ricavare massimi profitti dalla commercializzazione del materiale legnoso prodotto da questa tipologia di lavori. Un quadro che, se confermato, farebbe scattare più di un allarme sulla gestione dei corsi d’acqua e, di conseguenza, del dissesto idrogeologico. Un tema, quello delle conseguenze di lavori non all’altezza su argini e bacini fluviali, che le Marche conoscono molto bene. Il disastro dell’esondazione del fiume Misa a Senigallia, che nel 2004 causò la morte di quattro persone, è ancora ben vivido nella memoria di tutti. Non a caso, la Regione prevede ogni anno a bilancio cospicue somme per gli interventi su fiumi ed argini, finalizzate proprio a ridurre il rischio idrogeologico. Nel Piano triennale dei Lavori pubblici 2022/2024, per esempio, sono stati stanziati 39,5 milioni di euro per questa voce, che costituisce uno dei quattro pilastri su cui si articola il programma, insieme alla riqualificazione dell’edilizia sanitaria, la realizzazione di infrastrutture per la mobilità dolce ed il restyling del patrimonio immobiliare. 


La programmazione
«Nello specifico dell’inchiesta, non so ancora niente di preciso - il commento dell’assessore alla Tutela del paesaggio ed alla Difesa del suolo -. L’unica cosa che posso dire è che, come Regione, stiamo impostando il lavoro sui fiumi al fine di condurre un’azione preventiva dove c’è maggior rischio di dissesto idrogeologico. Nell’ultimo anno, ho orientato il mio assessorato in questo senso, facendo una mappatura di quelle che, storicamente, sono le zone più problematiche delle Marche. Non so ancora in che anni siano stati fatti gli interventi finiti sotto indagine, ma noi guardiamo avanti: la nostra programmazione riguarda il lasso di tempo tra 2021 e 2027». Nell’attesa, i bacini dei fiumi Foglia, Metauro, Misa, Esino e Tesino diventano inevitabilmente osservati speciali.

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