ANCONA Vivono in villette in uno dei quartieri residenziali “in” di Perugia e vanno in giro con una Porsche Panamera, Rolex e accessori firmati, ma secondo gli investigatori non potrebbero permettersi un tenore di vita così alto, se non facendo la “cresta” sulla gestione dei migranti. Come? Intanto, registrando presenze fittizie. E poi, risparmiando su tutto: detersivo, biancheria e stoviglie fornite in quantità ridotta agli stranieri che assistevano, alcuni dei quali hanno riferito agli inquirenti di aver ricevuto (e non tutti) «un minimo set di abbigliamento intimo al momento dell’arrivo e null’altro». «Non ci hanno consegnato le tessere telefoniche», hanno confidato alcuni dei richiedenti asilo, sottolineando che «il cibo che ci viene dato basta solo per pochi giorni e a volte si presenta già deteriorato all’arrivo. Siamo noi ad acquistare il cibo fresco con i soldi del pocket money».
Il racconto
Dall’ordinanza del gip emerge che «tutti gli ospiti lamentano uno stato di generale abbandono da parte della cooperativa, non venendo ascoltate le loro istanze che fanno pervenire tramite l’assistente sociale, come cibo, vestiario e salute». Lamentele che nel gennaio 2021 erano pervenute, alla stessa polizia, dagli ospiti di due Cas che segnalavano vari problemi relativi alle condizioni igienico-sanitarie delle abitazioni a loro assegnate.
La versione difensiva
«La situazione è molto diversa da quella descritta dagli inquirenti - replica l’avvocato Giuseppe Silvestri, che assiste i 7 indagati -. Sono state riscontrate irregolarità solo su un richiedente asilo che, lavorando al porto, doveva assentarsi dai Cas e faceva mettere le firme dai suoi coinquilini. La cooperativa gestiva al massimo una trentina di migranti ad Ancona, non c’è stata nessuna truffa e parliamo comunque di poche migliaia di euro. Inoltre, il Tar Marche ha accolto il nostro ricorso cautelare contro l’esclusione della onlus dai bandi prefettizi. Da un anno e mezzo c’è un accanimento nei confronti de L’Aurora». Quanto al tenore di vita elevato dei gestori della cooperativa, il legale spiega: «La presidente e il vice presidente appartengono a famiglie agiate e la Porsche è stata acquistata 10 anni fa nel mercato dell’usato».
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