Ancona, il viceministro Bignami detta la linea: «Via dai vertici di Ferrovie chi rema contro il Governo»

Il viceministro Bignami detta la linea: «Via dai vertici di Ferrovie chi rema contro il Governo»
Il viceministro Bignami detta la linea: «Via dai vertici di Ferrovie chi rema contro il Governo»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 18:16

ANCONA -  Ha le idee molto chiare il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami: «Noi andiamo al rinnovo dei vertici delle società strategiche di Ferrovie dello Stato (Rfi e Trenitalia, ndr) in questo giorni. Non è un caso che alcuni non li confermeremo perché c’è chi ha remato non nella direzione che il Governo aveva indicato». Non lesina bordate: «Di là hai spesso un muro di gomma».

E chiosa con un imperativo: «Far capire alla struttura che questo è un Governo politico, che esercita scelte politiche.

Devono imparare che tra 4 anni saremo ancora lì a chiedere conto». A buon intenditor, poche parole. Marchigiano d’adozione (sua moglie è di Senigallia), Bignami è spesso sul territorio e ieri ha fatto tappa ad Ancona per il convegno organizzato da Confindustria sul tema dell’Alta velocità lungo la dorsale Adriatica. 


Il j’accuse


Tema che nelle Marche, la scorsa estate, ha fatto da sfondo ad aspri scontri politici. Ora però a Roma batte un’altra bandiera e si inverte la prospettiva. «C’era un Governo, prima, che non credeva in questa soluzione progettuale (una progettazione unica per due binari in arretramento da Bologna a Lecce per l’Alta velocità, da portare avanti per lotti funzionali, ndr). Aveva l’idea di realizzare dei bypass, ma noi crediamo che quella sia un’operazione a ribasso, in cui si dà una risposta, peraltro strutturalmente limitata, solo ad alcune aree».

Inverte la rotta e scende nel dettaglio, giocando sul suo cognome: «Provo a fare il Bignami. Quello che oggi serve sull’Adriatica è un investimento che consenta di partire, chiudendo almeno i primi 183 km tra Bologna e Ancona, utilizzando anche le risorse già appostate. Poi, da Ancona, si scende per lotti funzionali fino alla Puglia. Mi prendo un impegno: sviluppare entro l’anno i documenti di fattibilità sulle alternative progettuali, funzionali alla produzione del piano di fattibilità tecnico economica. Significa iniziare a considerare in maniera concreta quale, tra le alternative progettuali, si prospetta come la più opportuna». Protagonista delle battaglie per la realizzazione almeno dei bypass già finanziati, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci sembra ora aver scelto di percorrere una via più diplomatica e ieri, in un videomessaggio proiettato durante il convegno, ha ricordato come «abbiamo già 5 miliardi per la Bologna-Lecce, di cui 1,8 miliardi destinati all’arretramento del nodo di Pesaro e Fano. Ora occorre però proseguire - il passaggio che non è sfuggito alla platea -: nella prossima Legge di Bilancio il Governo deve mettere altre risorse per proseguire in tutte le Marche, così come previsto dal piano di fattibilità della Regione». I guantoni appesi al chiodo.


Passato e futuro


A mirare ad alzo zero ci pensa tuttavia Bignami, ben conscio che nel capoluogo regionale si voti domenica e lunedì per il rinnovo del sindaco: «Ancona da 30 anni è governata dalla stessa parte politica - la stoccata - e abbiamo visto sempre la sistemica rinuncia al progetto perché c’era una maggior fedeltà politica verso chi stava a nord, lasciando che gli investimenti e le progettazioni venissero fatti in altri territori. Lo dico da emiliano romagnolo, perché il primo intervento per l’Alta velocità non verrà fatto qui, ma sulla quadruplicazione della linea tra Bologna e Castel bolognese». 


Il Governatore


In linea con il viceministro-amico il Governatore Francesco Acquaroli, che nel suo intervento ha non ha mancato di ricordare che con i bypass «si risolve il problema su un territorio, lasciandolo però irrisolto nel resto della regione. Significa arretrare ma non avere una nuova linea, una nuova infrastruttura: si andrebbe a intervenire in maniera parziale e frammentata». Ok la strategia: ora servono i fatti.

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