Tanzi, dg della squadra marchigiana: «Per l’Ascoli sforzo limitato, il grosso era già stato fatto ma abbiamo assunto 25 stewart in più»

Tanzi con Pulcinelli
Tanzi con Pulcinelli
di Andrea Taffi
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 02:55

ASCOLI - Claudio Tanzi, lei è il direttore generale dell’Ascoli calcio, da sempre società di punta del calcio marchigiano. La pandemia ha impattato il mondo dello sport in maniera incredibile, basterà pensare agli stadi vuoti fino alla scorsa stagione. Ci racconta come il mondo dello sport sta uscendo da questo incubo? 
«Seguendo le regole e i protocolli della Federazione. Uno sforzo fatto dalla società a 360°, in tutte le direzioni».


 

Partiamo dai tifosi da controllare all’ingresso dello stadio.
«Per gli spettatori e per gli operatori che vengono allo stadio nel giorno della partita c’è l’obbligo di presentare il green pass conseguente a vaccino o a tampone. Si procede a verica con la App C19 attraverso dei palmari».
Che cosa ha inciso dover fare i controlli per migliaia di persone in termini di personale?
«C’è stato un incremento di circa del 25% degli steward».
Proviamo a quantificare in valore assoluto.
«Se prima gli steward erano 60 ora siamo arrivati circa a 80-90 a parità di pubblico».
Poi ci sono i palmari.
«Ne avevamo cinque per i casi di emergenza: se c’erano problemi con i tornelli allora del personale con i palmari verificava i biglietti. Gli stessi palmari possono leggere il Green pass, ora ne abbiamo comprati altri. Così tutti gli spettatori passano da 12 percorsi codificati filtrati dal personale con i palmari: ce ne sono quattro per la curva nord, tre per la tribuna Mazzoni, 3 per la tribuna autorità e due per il settore ospiti».
E siamo alla novità del giorno: i dipendenti sul luogo di lavoro che dovranno esibire il pass.
«Sì, c’è questa implementazione ma in realtà rimane quasi tutto identico. Il nuovo step è la verifica di chi accede alla sede, ma già da protocollo federale dovevamo verificare il pass per tutto il gruppo squadra. Direi che non incide piu di tanto». 
Poi c’è il nucleo della squadra: altro giro, altre regole.
«Anche lì c’è un protocollo federale: la squadra normalmente viene controllata sul possesso del Green pass: il 98% dei calciatori è stato vaccinato, i due che non hanno il vaccino vengono sottoposti a controlli periodici ogni 48 ore».
In più andava allestito un comitato anti Covid.
«Sì si tratta di tre persone: il delegato per la gestione dell’evento che sarebbe la figura che gestisce la sicurezza dello stadio, coordina steward e servizi di sicurezza. Poi c’è il Rspp, il responsabile servizio prevenzione, ovvero la figura preposta per la sicurezza sul posto di lavoro. E poi il medico del lavoro. Da questo comitato è escluso il responsabile sanitario che è la figura preposta alle condizioni di salute di calciatori e staff tecnico».

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