Con la guerra del grano in Ucraina pane e pasta diventano beni di lusso anche nelle Marche. Coldiretti: «Impennata del 24% sulla farina»

Con la guerra del grano in Ucraina pane e pasta diventano beni di lusso anche nelle Marche. Coldiretti: «Impennata del 24% sulla farina»
Con la guerra del grano in Ucraina pane e pasta diventano beni di lusso anche nelle Marche. Coldiretti: «Impennata del 24% sulla farina»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 05:00

ANCONA Il «granaio d’Europa» è sotto attacco e le fibrillazioni del mercato si propagano fino alle Marche. La guerra del grano scatenata dalla Russia sta impattando pesantemente sui prodotti e, di conseguenza, sul carrello della spesa. «Con l’Ucraina che rappresenta da sola il 10% degli scambi mondiali di grano, la chiusura dei corridoi di pace per l’export sconvolge il mercato con effetti sui prezzi e sugli approvvigionamenti alimentari - lancia l’allarme Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche -. Le quotazioni di grano e mais sono immediatamente schizzate alla riapertura settimanale del Chicago Board of Trade, punto di riferimento delle materie prime agricole, dopo la decisione della Russia di interrompere l’accordo per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero».  


L’impennata


I rincari legati alla guerra ed allo stallo sul grano parlano di un +60,5% per l’olio di girasole, +24,2% per la farina, +21,6% per la pasta.

Impennata che, alla fine dell’anno, si traduce in un aumento di 650 euro nel carrello della spesa. Secondo i dati Ismea, nel tempo le importazioni di cereali dall’Ucraina sono diminuite nella nostra regione: una flessione dell’85% rispetto ai 3,6 milioni di euro di grano tenero che importavamo 10 anni fa. Ma anche se Kiev non rappresenta più il nostro mercato di riferimento, «la situazione internazionale alimenta l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione – spiegaFrau – che si sposta dai mercati finanziari ai prodotti agricoli, dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati future uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori». E così anche i prodotti di prima necessità finiscono per diventare un lusso.

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