Ancona divide la segreteria, rinviata la direzione del Pd. «Arriverà un big da Roma»

Il governatore uscente Luca Ceriscioli e il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli
Il governatore uscente Luca Ceriscioli e il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 13:37
ANCONA Quelli del Bagaglino, al confronto, erano dei dilettanti allo sbaraglio. E il circo Togni un passatempo da nobildonne. Il Pd show non ha confronti, è spettacolo da tutto esaurito in prevendita: le risate sono garantite, a crepapelle. Ieri altro giro, altro numero: la direzione regionale democrat ha battuto la ritirata a un passo dalla resa dei conti, cancellando il confronto di oggi e rinviando la riunione a data da destinarsi. Ma questa volta - si parla di lunedì o martedì - assieme ai rappresentanti marchigiani ci sarà anche un esponente nazionale del partito inviato da Zingaretti. Il leader nazionale - pur non essendo intenzionato a intervenire direttamente per dirimere il caso Marche - farà in mondo che la chiusura del cerchio sul candidato governatore avvenga in maniera rapida e senza ulteriori strappi all’interno del partito. 
La fumata nera
Se poi si sperava in una retromarcia del Movimento 5 Stelle per allargare la coalizione e togliere al Pd le castagne dal fuoco sulla scelta del candidato (in questo caso sarebbe stato l’ex rettore Longhi), la fumata nera arrivata da Roma dopo il summit con Crimi e l’ex ministro Toninelli - con tanto di sfuriata che potete leggere del dettaglio nella pagina accanto - ha definitivamente (definitivamente?) chiuso la partita. Dunque l’ennesimo capitolo della saga dem verso le elezioni è un ulteriore nulla di fatto, con posizioni contrastanti sulla strada da prendere, ribadite durante la segreteria regionale che si è svolta martedì sera, che ha indotto il segretario marchigiano Gostoli a rinviare la direzione di oggi.
Tensioni al summit
Che la riunione di martedì non sarebbe stata di facile gestione si è capito appena ha preso la parola Sabrina Sartini: la segretaria dem della Federazione di Ancona, senza mezzi termini, ha ribadito come la maggioranza dei circoli provinciali non siano favorevoli alla ricandidatura di Ceriscioli. «Anche tre dei quattro consiglieri regionali attualmente in carica (Giancarli, Volpini e Mastrovincenzo) sono d’accordo per un cambio di passo. Pur riconoscendo a Ceriscioli di avere fatto un buon lavoro in un quinquennio non semplice per la regione. Ma per il momento politico che stiamo vivendo è emersa la necessità di un passaggio di testimone in grado di aprire una fase nuova, per rispondere alle istanze che arrivano dal territorio». La spaccatura si è consumata a stretto giro di posta con i segretari provinciali di Macerata (Francesco Vitali) e di Fermo (Fabiano Alessandrini) che sono rimasti su una posizione diametralmente opposta, ossia la riconferma di Ceriscioli. Il leader fermano tra una provocazione e l’altra ha addirittura lanciato una bordata a sostegno dell’attuale assessore al bilancio della Regione, Fabrizio Cesetti, «candidato ideale, nel caso in cui non dovesse passare la linea Ceriscioli». Boom.
Lo scontro
Muro contro muro, insomma, sullo sfondo di un eventuale passo in avanti del sindaco di Ancona Mancinelli che potrebbe rimescolare le carte in tavola con il placet del collega di Pesaro Matteo Ricci, notoriamente suo grande sponsor. Ma i dem delle Marche viaggiano sull’onda della spaccatura e basta un niente per accentuare le divisioni: così il partito del sud durante la segreteria si è schierato contro il leader regionale Gostoli che avrebbe voluto aprire un tavolo nazionale per sciogliere il dilemma («daremmo l’idea di un partito commissariato», ha sentenziato Alessandrini). Punto e a capo. Il quartier generale in piazza Stamira ha spento i riflettori sull’ennesimo confronto che ha portato a rinviare a data da destinarsi la direzione fissata per oggi e a chiedere il sostegno di un big del Pd nazionale che possa in qualche modo fare da pacificatore tra le diverse anime in subbuglio. 
Il precedente
Non è la prima volta che il Partito democratico marchigiano viene affiancato da un esponente nazionale per sciogliere il nodo Regionali. Nel gennaio del 2015 arrivò l’allora vice segretario nazionale Pd, Lorenzo Guerini: cinque anni fa la decisione da prendere riguardava la candidatura secca dell’ex senatrice pesarese Camilla Fabbri oppure spalancare la porta alle primarie, come poi è avvenuto con la sfida tra Ceriscioli e Marcolini. Paradossalmente uno scenario simile potrebbe riproporsi nei prossimi giorni: se il governatore uscente non dovesse ottenere un’ampia maggioranza per la candidatura bis, non è escluso che il partito possa indirizzarsi di nuovo verso le primarie (i tempi tecnici ci sono tutti, i candidati eccellenti meno). 
La sfida
Sarebbe appunto interessante vedere chi si presenterebbe all’appuntamento contro il presidente Ceriscioli. Di certo l’ex rettore Sauro Longhi, che ha visto sfumare la sintesi perfetta attorno al suo nome tra parte del Pd e del centrosinistra assieme al Movimento 5 Stelle. L’incognita Mancinelli è quella a cui guardano Ancona e Pesaro: il sindaco fin dall’inizio ha ribadito di non essere interessata al confronto diretto con il governatore uscente. Ma qui c’è in ballo il futuro delle Marche e per dirla come il segretario di Ancona, Sabrina Sartini: «Dobbiamo andare al voto uniti con il candidato migliore per vincere le elezioni». In attesa del prossimo show. Il pubblico pagante è già in fila.
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