ANCONA Nel marasma che si è venuto a creare intorno alla formazione della nuova giunta dopo l’elezione in Parlamento di Latini, Carloni e Castelli, si inserisce l’ira funesta della provincia di Fermo, che anche in questo secondo tempo del governo Acquaroli resta fuori dal tetris degli assessori. Già prima che le parole pronunciate a Palazzo Leopardi sulle vittime dell’alluvione costassero a Carlo Ciccioli il posto nell’esecutivo regionale, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ed il presidente della provincia Michele Ortenzi avevano scritto una lettera di fuoco - su carta intestata - al governatore Francesco Acquaroli dicendosi «preoccupati per la rappresentatività del territorio».
La richiesta
Era il 10 ottobre e, in quel momento i tre assessori in pectore erano l’anconetano Ciccioli, l’ascolano Andrea Antonini e la fabrianese Chiara Biondi. Il Fermano aveva fino all’ultimo sperato di veder piazzati in giunta i leghisti del territorio Daniela Tisi (per lungo tempo data in pole per l’esecutivo ma poi superata al fotofinish da Biondi) o Mauro Lucentini, rimasto fuori dal Parlamento.
La possibilità
Il giorno dopo si sarebbe scatenata la bufera su Ciccioli, con le conseguenze ormai note. Si concretizzava così una possibilità inaspettata, per il Fermano, di riempire quella casella tornata a disposizione. Invece la federazione dorica di Fratelli d’Italia ha levato gli scudi, chiedendo ad Acquaroli che il sostituto di Ciccioli fosse comunque un anconetano. Ed il Fermano è rimasto di nuovo fuori dai giochi. Ma oltre il danno, c’è la beffa. Neanche la nuova casella del sottosegretario - l’iter per l’istituzione della figura è stato avviato ieri con una delibera di giunta - è prevista in quota Fermo. Il nome che ha in testa il governatore è infatti quello del vicesindaco di Ascoli Piceno Giovanni Silvestri, sponsorizzato dal leader di Civitas Civici Paolo Mattei, lista nella quale si era candidato alle Regionali del 2020. E l’appello di Calcinaro e Ortenzi, ad oggi, pare proprio essere caduto nel vuoto.