Firmato un accordo per il tirocinio
di 240 giovani marchigiani laureati

Un momento della conferenza stampa
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Lunedì 20 Luglio 2015, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 17:10
ANCONA - Accordo tra Regione, Uffici giudiziari e Università per il tirocinio di 240 giovani marchigiani laureati.



"Si tengono insieme tanti obiettivi importanti, quello della formazione dei giovani innanzitutto, che avranno delle opportunità importanti di accrescere le loro competenze, fornire un contributo all’attività giudiziaria e agli uffici che sappiamo bene sono sempre a organico ridotto. E poi un altro elemento non meno importante è che, attraverso questo patto tra Regione, Università e Uffici giudiziari con l’obiettivo finale di ridurre i tempi dei contenziosi, ne beneficerà tutto il territorio regionale diventando più attrattivo per gli investitori in termini di competitività. Uno scambio favorevole, dunque, e un esempio sotto ogni profilo: dall’ottimizzazione dei Fondi europei ( 1 milione e 200 mila euro del FSE ) alla bellissima collaborazione tra Enti e Istituzioni che hanno costruito un esempio di sistema integrato e virtuoso”.



Così il presidente della giunta regionale, Luca Ceriscioli ha commentato la sottoscrizione, avvenuta in Regione, di una convenzione con gli Uffici Giudiziari e le Università marchigiane per il tirocinio formativo di 240 giovani marchigiani laureati in Giurisprudenza, con una durata di 18 mesi e da svolgersi negli uffici giudiziari del distretto della Corte di Appello di Ancona e presso il Tar delle Marche. Il presidente della Corte d’Appello, Carmelo Marino in rappresentanza di tutti gli Uffici giudiziari marchigiani ha sottolineato la positività dello strumento del tirocinio per dare una mano alla giustizia, perché sia più funzionale e più rapida.



”In tal senso il progetto con le Università e la Regione – ha detto – darà un notevole contributo. E’ un progetto innovativo nel panorama giudiziario in Italia e già ci chiedono da altre regioni la formula che vede non solo le Università accompagnare i giovani verso esperienze concrete post laurea ma occuparsi anche di monitoraggio e di verifica della ricaduta positiva degli esiti del progetto sulla giustizia nel territorio marchigiano. Il finanziamento regionale ha una portata di più ampio respiro rispetto a quello erogato dal Ministro della Giustizia e dal Ministro dell’Economia e Finanze , previsto per legge, e costituisce un unicum nel panorama nazionale dei progetti finalizzati alla formazione professionale dei giovani laureati negli uffici giudiziari”.



Anche Vilberto Stocchi, Rettore dell’Università di Urbino e coordinatore del progetto ha parlato di modello innovativo e di “iniziativa davvero importante perché mette in stretta relazione le Università e le strutture in cui si opera, in questo caso i Tribunali. Un progetto pilota che può servire a dimostrare che in questo Paese la sinergia tra la formazione e i luoghi di attività e di lavoro può diventare sempre più intensa. Non è un caso quindi se attorno a questo progetto ci sia stata unità di intenti e una risposta entusiastica e immediata da parte di tutti gli Atenei”.



L’accordo quadro è stato sottoscritto oltre che dalla Regione Marche, dalla Corte di Appello di Ancona, anche dal Tar Marche, l’ Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” (Ateneo capofila del Progetto), Università di Macerata, di Camerino e dalla Politecnica delle Marche. I bandi pubblici di accesso saranno presto elaborati dalla Regione Marche – Servizio Formazione per poter stilare una graduatoria da cui in base agli indicatori Isee e poi la selezione da parte degli Uffici Giudiziari sulla base del merito. La finalità principale del percorso formativo è dunque coinvolgere ed indirizzare i migliori studenti dei rispettivi atenei verso l’accesso ai corsi teorico - pratici di formazione da svolgere, dopo la laurea, presso gli uffici giudiziari della Regione, sia in funzione dell’accrescimento della loro formazione universitaria, anche in vista dello sbocco lavorativo (concorso in magistratura, di notaio o in altre amministrazioni dello Stato, esercizio della professione legale, frequenza dei corsi della scuola di specializzazione per le professioni legali) che nella prospettiva di potere concorrere a migliorare il funzionamento della giustizia nello stesso territorio.
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