Carlo Urbani e Palestini, due esempi
per la giornata delle Marche

Carlo Urbani e Palestini, due esempi per la giornata delle Marche
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Martedì 10 Dicembre 2013, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 20:07

SAN BENEDETTO - “Capitale umano motore di sviluppo economico per la crescita delle Marche” il tema scelto per l’edizione 2013 della Giornata delle Marche.

Sarà San Benedetto del Tronto, negli spazi del Palariviera, ad ospitare oggi pomeriggio le celebrazioni del 10 dicembre per un’edizione che rappresenta la naturale evoluzione dei temi e dei valori sviluppati con le edizioni degli anni scorsi: i membri di una comunità ne costituiscono il cuore e il suo motore della crescita, per questo ne rappresentano il valore più importante.

“La Giornata sarà, ancora una volta, occasione per dimostrare come la nostra comunità sia una realtà dinamica, coesa e attenta allo sviluppo economico, scientifico, culturale e sociale di tutto il territorio” dichiara il presidente della Regione, Gian Mario Spacca.

E’ proprio in questo spirito che il premio Picchio d’oro, quest’anno, viene assegnato alla memoria a Carlo Urbani, il cui grande lavoro di ricerca, portato avanti con perseveranza, dedizione, discrezione e spirito di sacrificio, ha consentito di debellare una gravissima malattia come la Sars e scongiurare il pericolo di una disastrosa pandemia.

“La figura di Carlo Urbani – sottolinea il presidente – simbolizza perfettamente i valori che ispirano la Giornata delle Marche e, in particolare, i contenuti dell’edizione di quest’anno dedicata al Capitale umano per il futuro delle Marche. Un tema che ha ispirato la scelta di assegnare il Picchio d’Oro alla memoria del medico marchigiano di cui, a dieci anni dalla scomparsa, vogliamo ricordare l’amore per il prossimo, la dedizione nei confronti delle persone più deboli negli angoli più remoti del mondo, la generosità e l’umanità. Un esempio per tutti noi, in questi tempi così difficili, come una luce di speranza”.

Il premio, un’opera realizzata da Stefano Gregori in Regione, racchiude simbolicamente i temi di riferimento delle Marche: un picchio stilizzato in ottone dorato su base di marmo nero è come un ideogramma racchiuso in uno spazio circolare a dare la dimensione di apertura alla globalità e all’innovazione della comunità marchigiana forte delle sue tradizioni e aperta al futuro.

Al marittimo sambenedettese Tommaso Palestini, classe 1932, va invece il Premio del presidente. L’onorificenza viene assegnata a personaggi marchigiani che hanno contribuito alla promozione e alla valorizzazione della nostra comunità nel campo culturale, artistico, scientifico, imprenditoriale, sportivo e sociale.

Palestini simboleggia il coraggio e l’abilità della nostra gente di mare. La sua vicenda, per certi tratti eroica, testimonia più di mille parole ciò che i marchigiani sanno ottenere con la loro caparbietà, esperienza e intelligenza. In una fase difficile, come l’attuale, è un esempio di come non bisogna avere paura ad affrontare il mare aperto, quando si ha in mente una rotta e il desiderio di ricercare l’approdo scelto.

Quella di Palestini è una storia tutta da raccontare, che oggi ha dell’incredibile. Nel 1958 (insieme al cognato Francesco Palanca) ha condotto in Sierra Leone due piccoli motopescherecci sambenedettesi, di 16 metri appena, attraversando Mediterraneo e Oceano Atlantico, senza l’ausilio di strumenti di comunicazioni, avvalendosi solo di una bussola: per questo fatto è considerato ancora oggi un esempio della determinazione e del coraggio della gente di mare marchigiana.

Due mesi i navigazione per portare in Africa le imbarcazioni vendute a una società milanese che svolgeva le campagne di pesca in Sierra Leone. Utilizzare navi da carico era impossibile, a causa dell’elevata spesa sia di trasporto che di assicurazione. Per cui si ripiegò sull’alternativa di navigare direttamente fino in Africa. L’Algeria era sconvolta, da due anni, dalla rivoluzione per l’indipendenza dalla Francia. Costeggiare l’Africa settentrionale era dunque rischioso. La rotta scelta, che mise a dura prova l’esperienza e l’audacia di Palestini e Palanca, fu quella dell’Atlantico aperto: Canale d’Otranto, Stretto di Messina, Trapani, Isola di San Pietro (Sardegna), Baleari, Gibilterra, Marocco, Gambia, Sierra Leone.

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