MACERATA - «Prego, si accomodi». Ormai Macerata sembra una parola chiave da inserire per chi sia alla ricerca di neofascisti e razzisti da affidare al tritacarne mediatico. Difficile andare controcorrente ed anche l’ultima settimana - non fossero stati sufficienti gli anni di gogna mediatica subiti dalla città dopo il brutale omicidio di Pamela Mastropietro e il raid razzista di Luca Traini - è stata portatrice di presunti esempi di “neofascisti”.
Il precedente
Prima gli attacchi alla consigliera regionale della Lega Anna Menghi, autrice di un post social sulla natalità in cui si citavano le politiche demografiche di Mussolini, con l’ex sindaca di Macerata ed ex presidente di lungo corso dell’Anmic dipinta alla stregua di una piccola balilla, uscita fuori da chissà quale gruppo di facinorosi e non invece una che si è costruita negli anni una storia umana e politica, condivisa da tanti maceratesi di diverso sentire ideologico e sociale, a prezzo di sacrifici personali e lotte per far valere i propri diritti che sono poi quelli di tutti.
Il caso
Ora si è arrivati a Giancarlo Giulianelli, fresco di nomina a Garante regionale dei diritti alla persona.
La militanza
Impegno politico a destra? Chi lo conosce bene, ha sempre pensato di avere davanti uno più orientato a sinistra, quanto a sensibilità su alcuni temi, che non sul versante opposto: in ogni caso un tipo che non ha mai esternato un pensiero che potesse far pensare a una simpatia da ultrà, forse il calcio, anche per via della residenza vicina allo stadio maceratese Helvia Recina. Poi, magari, con l’avanzare degli anni, le persone cambiano e il moderato Giulianelli alla fine si “schiera” e lo fa alle elezioni comunali: non si candida ma sostiene la prima candidatura a sindaco di Romano Carancini, eletto primo cittadino di Macerata per due volte ed ora consigliere regionale del Pd. Lo fa, dice, non per condivisione partitica ma perché crede in quel progetto di rinnovamento.
Le scelte
Passano dieci anni, arriviamo ai giorni nostri, e Giancarlo Giulianelli accetta la candidatura a consigliere regionale in una lista civica promossa da una ex pentastellata a sostegno di Francesco Acquaroli. Non viene eletto, prende parecchie centinaia di preferenze, e da ieri è il garante regionale dei diritti della persona. Giulianelli, uomo di parte? La risposta, a volerla cercare senza cedere per forza ai richiami di brand e di parole chiave - Macerata, Pamela,Traini, razzismo, fascismo - arriva dalle sue parole post elezione: «Non mi dà fastidio la circostanza che Mangialardi parli di me senza conoscermi, mi dà fastidio il silenzio di chi mi conosce da 40 anni».
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