Ferrovia, Catraro contro Coltorti: «Quattro binari per rompere l’isolamento: nuova linea interna per lunga percorrenza e merci»

Il FrecciaBianca alla stazione di Civitanova Marche
Il FrecciaBianca alla stazione di Civitanova Marche
di Massimiliano Petrilli
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Lunedì 24 Gennaio 2022, 04:05

ANCONA - «Per spostare il 30% delle merci su rotaia nel 2030 e il 50% nel 2050 occorrono 2 nuovi binari all’interno lasciando i due esistenti. È evidente come sia impossibile raggiungere gli obiettivi previsti con l’attuale linea Adriatica che è ormai satura e sulla quale non credo possibile aggiungere molti altri treni, tantomeno raddoppiare o triplicare (entro il 2050) le merci. Chi lo sostiene vive su Marte, a meno che non vi siano cose non dette».

Lorenzo Catraro, esperto di infrastrutture ferroviarie e co-redattore del protocollo d’intesa del Potenziamento della Orte-Falconara, interviene sul dibattito dell’arretramento della ferrovia Adriatica.

Ipotesi bocciata dal senatore M5S Mauro Coltorti, presidente della commissione Trasporti: «L’arretramento dell’Adriatica ha le caratteristiche di una gigantesca incompiuta dal costo di 50 miliardi. Pensiamo a opere fattibili». 

 
L’ipotesi
«Fino a poco tempo fa la possibilità di avere l’Alta Velocità ferroviaria sulla Adriatica era molto lontana - ricorda Catraro - Poi con la strategia del trasporto merci e passeggeri a livello europeo, il Green Deal, la crisi da Covid ed il progetto del Pnrr, le cose sono profondamente cambiate e per le regioni sull’Adriatico, le Marche in particolare, si presenta un’occasione unica ed irripetibile per uscire dall’isolamento. Con due grandi novità normative arrivate a fine 2021: la linea Bologna-Ancona-Bari è stata inserita in un corridoio Europeo con tutti i vantaggi che ne derivano. Mentre la legge di Bilancio 2022 ha autorizzato in favore di Rfi la spesa di 5 miliardi entro il 2035 per l’accelerazione degli interventi finalizzati alla promozione del trasporto con caratteristiche di alta velocità e alta capacità sulla linea ferroviaria Adriatica. Si è ribaltata completamente la prospettiva e riportato in un quadro più logico la questione dell’Arretramento della linea».

Unendo i puntini di fondi, prospettive ed obiettivi per Catraro si dovrebbe puntare sulla filosofia dei 4 binari: due nuovi all’interno e i due esistenti. «I due nuovi dovrebbero essere destinati a traffico passeggeri a lunga percorrenza e merci - afferma Catraro - quelli esistenti a trasporto locale ed interregionale e merci. Con questa situazione avremmo un alleggerimento della questione barriere. Ma i quattro binari sono fondamentali anche per mantenere alta la competitività delle nostre aziende con investimenti nella logistica, tenendo conto delle potenzialità delle infrastrutture porto, aeroporto ed interporto». 


Le critiche
Sulla base di queste valutazioni per Catraro «è incomprensibile il ragionamento di Coltorti. Mi sarei aspettato dal senatore un ragionamento opposto di quello che ha fatto. Infatti ha semplicemente detto che non si deve fare. Onestamente è incomprensibile: è il presidente della commissione Infrastrutture del Senato, da marchigiano conosce le difficoltà della linea Adriatica e l’isolamento delle Marche, ha votato il Bilancio 2022 che apre porte enormi e dopo neanche un mese lo sconfessa? Capisco i costi, ma siccome deve essere fatto entro il 2040 non credo non si possano trovare i fondi anche in Europa. È il Governo che deve prendere in mano la questione che è italiana ed europea e non va lasciata agli enti locali».

Così come per Catraro «è incomprensibile mettere sullo stesso piano l’Adriatica ferroviaria e la strada Mezzina, un’arteria importante che va fatta, ma che c’entra?». Lo stop di Coltorti ha lasciato «perplesso» anche Clemente Rossi, assessore all’Urbanistica di Falconara. «L’escludere a priori l’arretramento ferroviario e addirittura il riportare in auge il grande Muro - afferma Rossi - rappresentano un ritorno al passato che, se davvero si tramutasse in realtà, condannerebbe l’intera regione a una marginalità anche più marcata rispetto a quella odierna che già ci penalizza rispetto al resto del Paese. Lascia ancor più perplessi il pensare che tale miopia arrivi da un parlamentare del territorio, che delle Marche dovrebbe sostenere istanze e aspirazioni. Nell’immediato auspico una forte presa di posizione della Regione Marche».

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