Arretramento ferrovia, Bocchini attacca Giovannini: «I patti non erano questi: su Falconara solo uno studio»

Arretramento ferrovia, Bocchini attacca il Giovannini: «I patti non erano questi: su Falconara solo uno studio»
Arretramento ferrovia, Bocchini attacca il Giovannini: «I patti non erano questi: su Falconara solo uno studio»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 3 Settembre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 09:30

ANCONA  - Riduce al minimo gli entusiasmi, Pierluigi Bocchini. «Quella del ministro delle Infrastrutture è una timida apertura», niente di più per il presidente di Confindustria Ancona. Sul Giovannini-pensiero ci fa la tara. «L’arretramento della ferrovia su Pesaro è una certezza, ci sono i fondi, fino a Fano è probabile, per Marotta vedremo. Su Falconara c’è uno studio di pre-fattibilità, che è ben diverso da ciò che avevamo chiesto».  

Ovvero: «Binari indietro, finalizzati alla velocizzazione della tratta, almeno fino ad Ancona Sud». Non dimentica neppure una virgola l’imprenditore jesino. «Il ministro, personalmente, mi aveva detto dell’altro, che nei fatti nel piano di Rfi non c’è». Cerca una sponda, sicura: «Sono d’accordo con il governatore Acquaroli: il progetto dev’essere organico e completo per tutta la regione». Altro che storie: «La scelta di destinare parte dei fondi per studi di fattibilità per l’arretramento fino a Falconara - insiste - è solo una timida apertura. Non intacca l’isolamento delle Marche». Modificando la direttrice, la sostanza non cambia: «La Orte-Falconara? È-una-grandissima-presa-in-giro», scandisce. «Sempre nel piano di Rfi i finanziamenti sono garantiti fino a Fabriano. A Genga è addirittura prevista una nuova stazione, che sembra d’essere a Los Angeles. Da lì in poi, fino a Orte, è il far west. Alcuni tracciati non sono definiti, su altri segmenti non ci sono le risorse. Il buio totale». Va di comparazione: «La Salerno-Bari è ok. Noi, niente». Stigmatizza: «I patti non erano questi». 


Il sud 


Geolocalizza il disagio, Simone Mariani. L’imprenditore piceno alla guida del gruppo lattiero-caseario Sabelli, premette: «Noi del sud siamo, in assoluto, messi peggio di tutti, sia sul fronte ferroviario sia su quello autostradale.

Detto questo, sui binari qualunque sia l’iniziativa va bene». Punta sul tasso d’innovazione: «Rispetto al passato, ora ci sono delle scadenze precise, imposte dall’utilizzo delle risorse europee. Per la prima volta abbiamo la certezza dei tempi». Torna a farsi portatore d’un grido d’allarme collettivo: «Noi del sud abbiamo un’A14 da terzo mondo: due corsie, ridotte a una da un cantiere infinito». Non transige: «La terza carreggiata dev’essere un obbligo».

 
L’interconnessione 


Cerca il punto di sintesi, Roberta Fileni. La vice presidente e ad dell’azienda avicola Fileni, da paladina del biologico siede anche nel Cda dell’Interporto di Jesi. «Le prese di posizione di noi imprenditori sulla necessità di potenziare gli interventi sulla rete ferroviaria - è il suo bilancio - stanno cominciando a dare risultati». Converte il concetto: «Le novità che arrivano da Roma confermano che queste nostre richieste stanno iniziando a essere comprese e gli impegni del Governo stanno diventando più importanti. È solo l’inizio perché gli obiettivi a cui dobbiamo puntare sono molti e ambiziosi».

Li mette in fila: «Liberare spazi e vivibilità lungo la costa, per il rilancio del turismo e dei centri abitati, ora stretti tra il mare e le infrastrutture viarie; recuperare in sostenibilità favorendo la rotaia alla gomma per lo spostamento delle persone e delle merci». Qui lega, e collega: «Un nuovo disegno dell’infrastruttura ferroviaria marchigiana rappresenterebbe una svolta per l’intermodalità, rilanciando il ruolo di porto e aeroporto». Della serie: «A trarne vantaggio sarebbe il tessuto produttivo dell’entroterra, collegato col grande traffico internazionale». La messa in pratica: «L’Interporto ha intensificato il dialogo con le Ferrovie proprio in quest’ottica, ma valutiamo tutto l’insieme della logistica, a partire dal porto che è il più grande ponte delle Marche verso il mondo». Gli entusiasmi riprendono quota.
 

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