Fano-Grosseto, dalla segheria abusiva ai rave party: così la Guinza diventò barzelletta d’Italia

La galleria della Guinza, da strada di collegamento a sede di una segheria abusiva alla musica dei rave party
La galleria della Guinza, da strada di collegamento a sede di una segheria abusiva alla musica dei rave party
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 10 Agosto 2020, 04:49
Dalla segheria ai rave party. Dagli sversamenti nel fiume di idrocarburi fino all’occupazione degli amministratori della provincia di Pesaro che dormirono all’interno del traforo. Nel tragico paradosso della Guinza, progetto faraonico per creare il sesto tunnel italiano, come in tutti i drammi c’è anche una farsa. Fu impiegata per tutto - occupazioni e manifestazione comprese - meno che per quello che doveva essere il suo utilizzo. E che comincia quando il lavoro, sulla carta, è già concluso. 



LEGGI ANCHE: Fano-Grosseto, l'incompiuta: sei chilometri in 30 anni, al ritmo della Guinza in Umbria tra due secoli

LEGGI ANCHE:  Fano-Grosseto, la follia che costava un terzo del ponte sullo Stretto e che è rimasta una strada incompiuta

 

L’anno del nevone
Era l’inverno del 2012, quello del nevone che si abbattè sulla provincia di Pesaro e su mezza Italia. Un dato non trascurabile per due boscaioli e agricoltori, i fratelli Giorgio e Roberto Cardellini di Mercatello che per proteggere la loro legna dalle intemperie la ricoverarono assieme ai macchinari all’interno della Guinza. Una soluzione ideale: i macchinari sarebbero stati al sicuro e senza danni. Passarono le settimane e la rivista specializzata Quattroruote fece un servizio sull’incompiuta scortata dall’allora progettista della Provincia di Pesaro e Urbino Alberto Paccapelo. Anche se poi nella risonanza mediatica che investì la scoperta, a finire alla ribalta fu l’allora presidente Matteo Ricci, oggi sindaco di Pesaro e avvezzo ai palcoscenici nazionali, che proprio con il nevone di 8 anni fa iniziò il rodaggio comunicativo. 

Dallo sconcerto alla denuncia
La conclusione? A fine marzo del 2012 la segheria abusiva fu rimossa con inevitabili strascichi politici anche se non giudiziari. I carabinieri di Mercatello sul Metauro, assieme ai responsabili di zona dell’Anas, convocarono in caserma Giorgio Cardellini proprietario insieme al fratello Roberto, dei mezzi e del legname presente. C’erano una sega circolare, un nastro trasportatore, poi una mietitrebbia e un trattore parcheggiati nelle vicinanze. «Ci siamo appoggiati nella galleria quando è cominciata la nevicata dello scorso febbraio - ha poi raccontato il boscaiolo/agricoltore all’uscita dalla caserma dei carabinieri - in questo periodo nessuno è mai venuto a reclamare». Del resto anche l’Anas decise di non sporgere denuncia ai due fratelli. Una vicenda che terminò con lo sgombero del tunnel. Insomma le auto non circolavano, ma la galleria divenne meta di rave party con musica, alcol e droghe e persino di corse illegali di motorini o da chi sfidava con i fuoristrada. 

La barzelletta conclamata
Fatti reali e altre volte ingigantiti come la falsa notizia dell’idea di farne un deposito per la stagionatura di prosciutti. A dimostrazione che ormai la Guinza era diventata una barzelletta. Durante i lavori dopo i primi 900 metri del foro pilota, un’altra tegola. Nei primi anni di lavoro, ci fu uno sversamento di argilla e idrocarburi dalla galleria che finì per inquinare il torrente Sant’Antonio e arrivare al potabilizzatore. «Le acque divennero grigie – ricorda l’allora sindaco di Mercatello sul Metauro Alfiero Marchetti – dovemmo chiudere tutto e ripulire l’acquedotto. Fu un grave problema. E prima che le acque del torrente tornassero chiare ci vollero mesi».

I giorni dell’occupazione
La galleria ospitò anche letti, tende e camper per l’occupazione di tre giorni dal 24 settembre 2010. Una protesta messa in campo dai presidenti delle Province di Pesaro e Urbino, Perugia e Arezzo contro i ritardi nella realizzazione della Fano-Grosseto (E-78) e volta a rilanciare la battaglia per il completamento della cosiddetta strada dei Due Mari. Per 3 giorni e 2 notti, i Presidenti Matteo Ricci (Pesaro e Urbino), Marco Vinicio Guasticchi (Perugia) e Roberto Vasai (Arezzo) hanno occupato la galleria di Mercatello sul Metauro. Il sottosegretario alle infrastrutture Mario Mantovani, convocò Matteo Ricci confermando l’impegno del ministro Altero Matteoli sulla E-78. Per il ministero l’opera rimaneva una priorità, ma ancora una volta solo sulla carta. Una priorità, certo. Mai più senza. Ovviamente non si è mosso nulla.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA