Volpi, tassi e lepri nei boschi di leccio. Escursione sui sentieri del Montiego in un comprensorio di grande fascino

Volpi, tassi e lepri nei boschi di leccio. Escursione sui sentieri del Montiego in un comprensorio di grande fascino
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 4 Marzo 2022, 08:00

Una nuova escursione per conoscere le Marche, per apprezzare il verde e la natura del territorio. Questa volta il comprensorio da esplorare è quello del monte Montiego, rilievo che è parte integrante dell’Appennino umbro-marchigiano, ha un’altezza di 975 metri sul livello del mare, ed il suo territorio è compreso nei comuni di Acqualagna, Piobbico, Urbania.

La vegetazione
Dal punto di vista della flora quella naturale è la tipica vegetazione collinare, ovvero carpino, ornello e leccio mentre da quello faunistico c’è la tipica fauna collinare composta da volpe, tasso, lepre, scoiattolo, cinghiale oltre ai comuni volatili.

Il punto di partenza si trova ad Urbania, cittadina posta in fondo alla valle del fiume Metauro, circondata da colline. La zona del centro storico è circondata su tre lati da un’ansa del fiume Metauro, luogo noto fin dall’antichità proprio per la sua particolare conformazione e protezione naturale.

Urbania è una città di storia ed arte, conosciuta fino al 1636 con il nome di Casteldurante poi rinominata con il nome attuale in onore di papa Urbano VIII dopo esser stata elevata a città e diocesi. Nel romanzo Il piacere di D’Annunzio vengono citate le “sottocoppe in maiolica di Castel Durante ornate d’istoriette mitologiche da Luzio Dolci” poste sulla tavola del tè di Andrea Sperelli.


La partenza
Il punto di partenza è da una traversa di viale Michelangelo, e da qui si inizierà a camminare in direzione delle pendici del monte Picchio seguendo il sentiero Cai numero 465 (la vecchia numerazione era 165). Dopo un primo tratto su base asfaltata, il sentiero si trasforma in un percorso sbrecciato punteggiato dal verde delle campagne e caratterizzato da pendenze tutt’altro che difficoltose anche per gli escursionisti meno allenati.

Punto intermedio di questi 5 chilometri (percorso completo tra andata e ritorno 10 km circa) è Santa Maria in Triaria, punto da dove si dovrà svoltare a sinistra iniziando anche una piccola ascesa con qualche punto leggermente più impegnativo. Dopo la strada bianca ecco uno sterrato, ma sempre piuttosto ampio e facile da percorrere.

Dopo un tratto privo di vegetazione si ritorna all’interno della foresta che farà da cornice ad una strada ancora in lieve pendenza. Dopo aver incrociato un segnale Cai, si dovrà svoltare a sinistra continuando l’ascesa che terminerà con l’apertura del panorama su dei prati che si trovano proprio nei pressi delle pendici del monte Picchio. Questo sarà il punto d’arrivo, luogo in cui il percorso incrocia un secondo sentiero, il 463, un percorso decisamente più lungo e difficile di quello appena terminato.

Per ritornare al punto di partenza sarà possibile seguire lo stesso percorso a ritroso fino ad Urbania da dove poi potrete ritornare comodamente a casa con il mezzo con cui siete arrivati. Come sempre è buona pratica affrontare l’escursione con tutte le necessarie precauzioni visto il periodo invernale: abbigliamento adatto, scarpe idonee e una cartografia aggiornata per evitare di rimanere sorpresi durante l’escursione.

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