Regionali, caso Contigiani: «Scheda senza il mio nome le elezioni vanno rinviate». Gli esperti: «È giusto così, qui non c’è il voto disgiunto»

Alessandra Contigiani
Alessandra Contigiani
di Martina Marinangeli
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Domenica 6 Settembre 2020, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 09:10

ANCONA «Le elezioni regionali potrebbero essere annullate perché nel collegio di Ancona, pur non avendo presentato una nostra lista, il nome del candidato presidente doveva essere inserito, mentre il mio non è nella scheda». Le parole dell’aspirante governatrice per Riconquistare l’Italia-Fronte sovranista, Alessandra Contigiani, pronunciate ieri mattina durante il confronto sulla sanità promosso ieri ad Ancona da Anaao Assomed Marche, hanno fatto saltare competitor e partecipanti sulle sedie. 

 
Il nodo da sciogliere
Un’uscita estemporanea che ha lasciato emergere un dietro le quinte andato in scena negli scorsi giorni, con tanto di diffide e passaggio in tribunale. Ma procediamo con ordine. Nelle Marche è previsto che il candidato presidente dichiari il «collegamento con almeno un gruppo di liste provinciali presentate in non meno di 3 circoscrizioni elettorali» per essere ammesso. E Contigiani le ha depositate a Pesaro, Macerata, Fermo ed Ascoli. Era rimasta fuori solo Ancona, ma il partito pensava che - anche qui - almeno il candidato governatore comparisse nella scheda elettorale. «Altrimenti come riuscirebbe a votarmi chi volesse farlo ad Ancona?», si chiede Contigiani.

Il passaggio e le carte
Così, hanno fatto una segnalazione alla Regione, che ha interessato l’ufficio circoscrizionale del tribunale di Ancona sulla questione. Ma secondo Lorenzo D’Onofrio, segretario nazionale di Riconquistare l’Italia, «ha dato un’interpretazione scorretta sul fatto che la legge regionale non prevede questa ipotesi. In realtà si applica la legge nazionale, e questa prevede che il candidato presidente sia presente in tutte le circoscrizioni. La Regione non vuol sentire ragioni, così li ho diffidati tramite pec, allegando le schede elettorali delle regioni in cui ci siamo presentati». Gli esempi sono quelli del Lazio, nel 2018, e di Puglia e Liguria per la tornata di settembre dove, pur non presentando le liste in ogni provincia, il nome del candidato era presente in tutti i collegi. Si tratta, però, di Regioni in cui è possibile il voto disgiunto, mentre nelle Marche «il candidato non partecipa da solo, ma deve essere sempre collegato ad una lista», fanno sapere dagli uffici regionali, suffragati dalle motivazioni date dall’ufficio circoscrizionale del tribunale. 

Le valutazioni
Ma a D’Onofrio non basta: «c’è la legge elettorale nazionale, il Tatarellum, che dà una disciplina quadro. È la prima volta che ci capita un problema di questo tipo. Oltre a diffidare la Regione, al momento, non possiamo fare altro. Se non cambia posizione, si va al voto con una candidata presidente che è stata estromessa dalla possibilità di concorrere su una delle circoscrizioni. E sarebbe un’ipotesi di voto annullabile. Valuteremo come muoverci, ma potrebbe essere un’elezione a rischio invalidazione». Ma la giurisprudenza dice altro.
 

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