Regionali, l'analisi di Ciccioli
"Ora il centrodestra rifletta"

Carlo Ciccioli
Carlo Ciccioli
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Venerdì 5 Giugno 2015, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 10:42
ANCONA - «Il centrodestra deve riflettere sui risultati elettorali se vuole candidarsi a governare le Marche».



È il commento di Carlo Ciccioli, coordinatore regionale di Fdi-An. «Quello che balza agli occhi ormai da vent'anni (1995-2015) - osserva - è che il centrodestra nelle Marche non riesce a candidarsi come coalizione competitiva alla sinistra per governare la Regione. Anche quando ci sono condizioni elettorali nazionali molto favorevoli (nel 1995 e nel 2010) o regionali altrettanto favorevoli (2015), il centrodestra non riesce a mettere a punto una alleanza elettorale davvero alternativa alla sinistra». «Certamente - aggiunge - Fratelli d'Italia-An e Lega hanno avuto un risultato eccezionale ed inaspettato, il 19% dei voti contro un 12% rilevato dai sondaggisti, segno di essere riusciti a cogliere le aspettative dell'elettorato di centrodestra. Il raggruppamento Marche 2020 Area Popolare-Forza Italia ha avuto un flop esagerato - rileva - registrando un 14% a fronte di presunti sondaggi realistici intorno al 17-19% e irreali del 27%. Una debacle inimmaginabile». Ma - ribadisce - «resta il nodo che il centrodestra ha preparato un'autostrada al Pd che ha vinto facile con l'aiuto di tutti gli opportunisti del caso che sono immediatamente saliti sul carro del vincitore. Quel 41% sarebbe stato molto inferiore (un 34%?) se non fosse stato un successo annunciato».



Per l'esponente di Fdi-An «il tema del futuro è: come mandare all'opposizione il centrosinistra, far crescere le Marche, far vincere le forze che si richiamano al centrodestra e questo deve essere da questo momento il nostro obiettivo». Ciccioli analizza anche gli errori: «Spacca rompe con i vertici del Pd e, almeno in teoria, vuole essere alternativo al Pd. Che fa? Temporeggia in una trattativa di oltre tre mesi con i vertici del Pd per ricandidarsi comunque, poi indugia nel correre dietro a un pezzo di Udc di Pettinari, Marconi e Viventi, che erano già collocati con il Pd. Poi - seguita - non promuove alcun tavolo alternativo al centrosinistra, mettendosi a disposizione del centrodestra per vincere le elezioni, facendo così imbestialire tutto l'elettorato di centrodestra che ha visto in ciò solo un atteggiamento opportunistico».



Intanto Forza Italia, «allora, ora non più, forza maggioritaria del centrodestra, corre solo dietro a Spacca invece di imporre una linea strategica. In quel momento il Pd e il centrosinistra erano a pezzi, il centrodestra competitivo e stavolta veramente vincente, ma come finisce? Il Pd, in qualche modo ristrutturato dopo primarie fratricide, mezza Udc e un raggruppamento di cespugli di centrosinistra inconsistenti, con un candidato Ceriscioli, sbiadito e mezzo ammaccato, vincono al 41%». «Un capolavoro di nostra inettitudine» ribadisce Ciccioli che parla di «un vero e proprio complesso di inferiorità e di stupidità, un'assoluta mancanza di lungimiranza della classe dirigente del centrodestra delle Marche. Se Spacca avesse fatto un passo indietro condividendo con noi un candidato degno di consenso come avevamo chiesto, se fossero prevalsi gli interessi comuni sugli egoismi - conclude -, il Pd questa volta sarebbe stato mandato all'opposizione con tutti gli opportunisti che si sono saltati sul suo carrozzone».

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