Elezioni Politiche, ufficiale anche il no di Ricci. Ora il Pd chi manda?

Elezioni Politiche, ufficiale anche il no di Ricci. Ora il Pd chi manda?
Elezioni Politiche, ufficiale anche il no di Ricci. Ora il Pd chi manda?
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Luglio 2022, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 15:50

ANCONA - I ben informati lo davano già per certo. Ieri, dopo l’incontro con il segretario nazionale dem Enrico Letta, è arrivata l’ufficialità: come anticipato dal Corriere Adriatico, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci non si candiderà alle elezioni Politiche del 25 settembre. A comunicarlo è il diretto interessato attraverso un video pubblicato sui suoi profili social in cui parla di «norme discriminatorie nei confronti dei sindaci: per candidarmi mi sarei dovuto dimettere entro domani (oggi, ndr) e alle mie dimissioni sarebbe arrivato il commissario prefettizio. Chiunque abbia una responsabilità di governo, non può far commissariare la città per quasi un anno».

La stessa ragione addotta, il giorno prima, dalla prima cittadina di Ancona Valeria Mancinelli, anche lei in ritirata dalla corsa verso Roma.

Le fasce tricolore scelgono dunque il territorio, almeno fino alla prossima chiamata alle urne. Come quella per le elezioni europee del 2024, su cui starebbe facendo più di un pensierino proprio Ricci, che potrebbe riuscire a centrare il non semplice obiettivo di un tandem con il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il timing, questa volta, sarebbe perfetto, dal momento che Pesaro tornerà al voto proprio nel 2024. Bisognerà vedere se Toscana e Lazio saranno d’accordo a cedere un prezioso posto in favore delle Marche.

Il calendario

Ma ora il primo traguardo da tagliare è quello del 25 settembre. Sgombrato il campo dai due pesi massimi Ricci e Mancinelli, il Pd deve ripensare le rose dei nomi da portare in dote. Il Nazareno ha fissato la deadline ultima: tra il 9 e l’11 agosto, la direzione nazionale approverà le liste dei territori, come annunciato dallo stesso segretario Letta durante la Direzione di martedì. Su questa base, i dem marchigiani hanno organizzato la propria road map: ieri c’è stato il confronto tra il commissario regionale Alberto Losacco ed i segretari provinciali per definire i tempi e già oggi si riuniranno le Direzioni di Ancona e Pesaro, le più importanti per il Pd. In ogni caso, entro la fine di questa settimana, tutte le province dovranno consegnare a Losacco le proprie proposte di candidature, che verranno poi girate a Roma per il vaglio finale. Nei ragionamenti che si stanno sviluppando in queste ore, come capilista per i proporzionali i nomi in pole position sarebbero quelli della deputata uscente Alessia Morani, del consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo, di Irene Manzi (che negli scorsi mesi ha sfiorato il ruolo di segretaria regionale, salvo poi finire impallinata nel fuoco incrociato delle correnti) e del senatore uscente Francesco Verducci. Ma a sparigliare le carte potrebbe arrivare una candidatura finora non contemplata: quella della consigliera ed ex assessora regionale Manuela Bora, che fino ad oggi non aveva espresso l’intenzione di scendere nell’agone. Ma nelle ultime ore avrebbe iniziato a rivalutare la sua posizione e se davvero dovesse optare per la volata al Parlamento, nel collegio di Ancona il campo inizierebbe a farsi affollato e la competizione sarebbe da coltello tra i denti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA