Dalla Vallesina al Piceno. Il baricentro del potere politico marchigiano si sposta da Fabriano e Jesi ad Ascoli e San Benedetto del Tronto. Chiusi i seggi elettorali delle Politiche, terminato il conteggio delle schede, restano sul suolo marchigiano una serie di considerazioni da svolgere per fotografare una situazione politica nettamente modificata rispetto a quattro anni e mezzo fa. I risultati delle urne consegnano una geografia delle Marche radicalmente diversa. Cambiano i luoghi del potere, cambiano i volti, cambiano i simboli.
I colori
La regione ha sì una diversa colorazione politica (dalla prevalenza del giallo grillino si è passati al monocolore blu del centrodestra) ma quello che si è modificato è soprattutto il peso politico dei territori.
La discesa
All’ascesa irrefrenabile del Piceno, che annovera tra i suoi nuovi parlamentari anche due eletti fuori regione (Rachele Silvestri e Antonio Guidi) corrisponde la caduta della Vallesina. Un tempo roccaforte del potere politico regionale (si pensi ai tempi di Spacca), ha portato in Parlamento, per dire, Maria Paola Merloni e Francesco Casoli oltre che il quintetto pentastellato del 2018 (Patrizia Terzoni, Donatella Agostinelli, Martina Parisse, Mauro Coltorti e Sergio Romagnoli). Oggi? Il deserto. In compenso la città di Ancona riconquista un suo parlamentare (Benvenuti Gostoli) e questa è una notizia dopo che quattro anni fa aveva mancato clamorosamente l’obiettivo e in precedenza non aveva mai abbondato in rappresentanza a Roma. Negli ultimi vent’anni solo Favia, Magistrelli, Galeazzi e Duca. Ancona resta sempre quindi piuttosto marginale nello scacchiere politico romano.
Pesaro isolata
Ma questa volta va segnalato che anche la città di Pesaro fallisce clamorosamente l’obiettivo e per la prima volta non porta a Roma nessuno. Zeru tituli. Né di destra né (soprattutto) di sinistra. La città paga probabilmente le divisioni di un Pd più litigioso che mai e a caccia di un’identità ancora da definire. Calando lo zoom sulla provincia si può dire invece che il Pesarese potrà contare sull’avvocato Antonio Baldelli, fratello dell’assessore regionale Francesco, e Mirco Carloni che dalla Regione si trasferisce a Montecitorio. Orfano di parlamentari il distretto calzaturiero mentre torna a sorridere, diciamo così, Macerata che oltre a due consiglieri regionali portati ad Ancona nel 2020 (Carancini e Menghi) può vantare adesso anche una parlamentare grazie alla rielezione, dopo quattro anni di panchina, di Irene Manzi.
Altro punto di vista e di lettura: l’entroterra. Le aree montane alle prese con la ricostruzione post sisma e il rischio spopolamento, con la mancanza di servizi e infrastrutture portano a Roma due rappresentanti: Baldelli e Curti. Solo quest’ultimo può vantare anche il fatto di essere l’unico portabandiera dell’area del cratere sismico. Una zona bisognosa di essere rappresentata a Roma perché tante sono ancora le necessità di un territorio che vuole e deve ripartire. Ma che per farlo ha bisogno di risorse, leggi e aiuti. E Roma, da questo punto di vista, è baricentrica.