I riflettori
Ma i riflettori, diciamolo, erano tutti puntati su Ancona. Dove, dopo almeno un paio di decenni di amministrazioni rosse, il centrodestra si aggiudica per la prima volta il match elettorale, con Fratelli d’Italia motore della coalizione. Ribaltando i rapporti di forza di cinque anni fa quando la sindaca dem Valeria Mancinelli chiuse 47% a 28% il primo turno e stravinse facile al ballottaggio. Stavolta si è respirata fin dall’inizio della campagna elettorale aria di cambiamento. La partita che si giocherà domenica 28 e lunedì 29 è apertissima. Per la prima volta Ancona risulta contendibile. Il fortino scricchiola. Saranno quindi giorni di campagna elettorale pancia a terra per i due schieramenti che giocheranno tuttavia partite molte diverse.
Il conto alla rovescia
Due settimane all’attesissimo verdetto finale. Ancona, nella politica marchigiana rappresenta uno spartiacque. Se il centrodestra, forte del risultato di ieri, riuscirà a strappare la città alla sinistra, non sarà solo il completamento della filiera Governo-Regione-Comune, come auspicato dalla premier Giorgia Meloni, ma anche un’ipoteca pesante sulle prossime due sfide comunali del 2024: Pesaro e Fano. Nel caso in cui invece il Pd (comunque primo partito ad Ancona) riuscisse a vincere, per i dem a guida Chantal Bomprezzi sarebbe un’insperata iniezione di fiducia per rimettersi in marcia verso le Regionali 2025. Dove però serviranno alleanze. Ma con chi? Il M5S è ridotto ai minimi termini (sotto al 4% sia ad Ancona che a Falconara, inesistente a P. S. Elpidio e Grottammare), il terzo polo va poco sopra il 3%. Il cruccio a sinistra è questo. Ma il test elettorale di ieri ha dimostrato che anche il centrodestra sta cambiando pelle: è sempre più monocolore Fratelli d’Italia, con gli altri due alleati, Lega e Fi, ridotti ormai al ruolo di comparse. Il campanello d’allarme è suonato forte e chiaro soprattutto per il partito di Salvini, superato sia ad Ancona che a Porto Sant’Elpidio da Forza Italia (uniche due grandi città in cui erano presenti i due simboli). Sembrano lontani anni luce i tempi (eppure era il 2020) in cui il “fratello d’Italia” Acquaroli conquistò la Regione grazie anche all’exploit della Lega.
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