Intrappolati online tra autoisolamento e challenge mortali. L’allarme nel dossier dell’Iss: nelle Marche 12 strutture per la cura delle dipendenze

Intrappolati online tra autoisolamento e challenge mortali. L allarme nel dossier dell Iss: nelle Marche 12 strutture per la cura delle dipendenze
Intrappolati online tra autoisolamento e challenge mortali. L’allarme nel dossier dell’Iss: nelle Marche 12 strutture per la cura delle dipendenze
di Andrea Maccarone
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Domenica 20 Febbraio 2022, 08:45

ANCONA - Le Marche tra le regioni in Italia con il maggior numero di centri per la cura delle dipendenze da Internet. Sono in totale 12 le strutture presenti sul territorio, di cui alcune afferenti al servizio sanitario nazionale e altre ai privati. Tra le province è quella di Pesaro-Urbino ad avere il primato: 4 centri, di cui 3 mutuate dal servizio pubblico e 1 privato. In provincia di Ancona sono 3 (2 del servizio pubblico e 1 privato), nel maceratese una soltanto e di tipo pubblico. Idem per la provincia di Fermo. Mentre ad Ascoli sono 2 quelle pubbliche e 1 privata. 

 
La patologia 
I servizi territoriali si avvalgono di diverse figure professionali. Sono soprattutto psicoterapeuti, assistenti sociali ed educatori professionali, medici specialisti in psichiatria o neuropsichiatria. «La caratteristica delle dipendenze tecnologiche ruota attorno ad una vita legata all’uso degli smartphone e dei tablet - spiega la psicologa Katia Marilungo, presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche - e coinvolge una buona fetta di giovani». Infatti le patologie correlate alla dipendenza da internet colpiscono soprattutto i minori con rischi molteplici. «Il problema per i più giovani non consiste solamente nel primo effetto provocato da questo tipo di dipendenza, ovvero l’autoisolamento - continua la psicologa - ma in fondo al tunnel c’è anche la minaccia più grave, che è quella delle challenge». Ovvero le sfide lanciate tramite i social, che spingono chi partecipa a concorrere in giochi pericolosi che mettono a repentaglio la vita dei ragazzi.

Il prezzo da pagare? In alcuni casi anche la vita. E tutto solo per ritagliarsi un momento di notorietà nel web. Ad aver favorito più occasioni di cadere nel vortice della dipendenza da internet, sicuramente lo stravolgimento della quotidianità a causa della pandemia. 


La pandemia 
«Il distanziamento unito all’utilizzo costante di supporti tecnologici ha contribuito ad allontanare le relazioni sociali che vengono sostituite con quelle virtuali - prosegue la psicologa - tutto ciò ha rafforzato la problematica dell’isolamento». E di conseguenza diventa molto più facile lasciarsi assorbire dagli strumenti virtuali offerti dal web. «L’inganno è credere di avere relazioni di vita, seppure filtrate da uno schermo - afferma la psicologa - ma in realtà sono relazioni vissute virtualmente, che non hanno nulla a che vedere con la realtà». 

Le cure 
Per uscire dall’imbuto il più delle volte è necessario l’aiuto di uno specialista. «In prima battuta occorre capire quale sia l’entità del problema - spiega Katia Marilungo - poi intervenire con un percorso guidato. E spesso l’aiuto offerto dallo psicologo può riguardare anche la famiglia». Ma prima di arrivare alla terapia si può intervenire con una serie di misure preventive. «Stiamo promuovendo proprio in questi giorni un incontro sul tema dello sport e l’importanza nella prevenzione di comportamenti a rischio - spiega la psicologa - attraverso lo sport si può abbassare il rischio di condotte che possono portare allo sviluppo di dipendenze tecnologiche».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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