Il paradosso Marche: quando il posto di lavoro c’è ma nessuno lo vuole. Ecco le figure che servono

Un cantiere edile aperto ad Ancona
Un cantiere edile aperto ad Ancona
4 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Febbraio 2022, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 08:31

ANCONA - Chi cerca, spesso, non trova. Sono le imprese marchigiane che fanno difficoltà a trovare personale. A volte anche senza particolari competenze e che l’impresa forma al suo interno. Secondo il Bollettino annuale 2021 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che raccoglie gli esiti delle indagini sui fabbisogni professionali e le previsioni occupazionali delle imprese italiane ed elaborato a livello regionale da Camera Marche, l 33,4% delle figure professionali ricercate dalle imprese è valutato di difficile reperimento. Era il 28.1% nel 2019.

 
I settori vacanti
Nel settore dell’edilizia mancano perfino i geometri. «Le iscrizioni alla scuola superiore sono in diminuzione e quando non proseguono gli studi spesso i diplomati preferiscono trovare il pubblico impiego o la formazione presso studi tecnici» ci dice Gianni Travaglini che ad Ascoli Piceno guida Travaglini costruzioni, con circa 50 persone impiegate che arrivano ad un centinaio con l’indotto. «Per rendere operativo un geometra occorrono in media 6 mesi e un anno per una formazione più completa» precisa l’imprenditore ascolano.

La situazione dell’edilizia è la più critica. Sommerso di lavori tra superbonus, ricostruzione post sisma e, in previsione anche i lavori derivanti dal Pnrr, il settore è a caccia di personale, soprattutto di figure intermedie come muratori capo cantiere e muratori specializzati. «Due anni fa avevamo il problema opposto e facevamo difficoltà a trovare lavoro per i dipendenti. Ora ne abbiamo urgente necessità. Occorre anche un ricambio generazionale» osserva Travaglini che conferma la grande difficoltà nel reclutamento «una problematica che affrontiamo anche tra colleghi. Soluzioni? Puntare sulla formazione e manodopera straniera».


Difficoltà ovunque
Le difficoltà nel reperire personale non sono poi così diverse se cambiamo settore e provincia. A Lucrezia di Cartoceto, il gruppo Valmex (400 dipendenti circa) sta cercando di inserire una ventina di persone nell’organico, di cui una decina come operatori di produzione. «Fino al 2020 non avevamo questi problemi mentre dall’anno scorso sono emerse le prime difficoltà di recruting, parallelamente ad un mercato del lavoro che è entrato in fibrillazione con aziende alla ricerca di personale per coprire dimissioni e nuove posizioni» afferma Emmanuele Paolini, responsabile selezione del personale, formazione e sviluppo, che poi prosegue: «Incontriamo difficoltà non solo nel trovare operai specializzati ma anche generici, nonostante i diversi canali che abbiamo attivato. L’azienda ha anche investito e potenziato nella formazione, per far crescere internamente i giovani». 


Le figure introvabili
La figura dell’operaio manutentore è molto difficile da trovare ma mancano anche ingegneri, tecnici informatici, addetto al controllo di qualità, fino all’operaio semplice. Gli ingegneri sono una categoria molto ricercata in tutta la regione, visto la nascita di imprese innovative e tecnologiche. I migliori neolaureati devono solo scegliere il posto di lavoro. Il settore agroalimentare sembra vivere una situazione più tranquilla. Almeno stando alle parole di Angelo Davide Galeati, amministratore delegato Gruppo Sabelli, realtà con 250 dipendenti, un numero che aumenta di circa 100 persone da maggio a ottobre, in periodo di piena produzione. «Nella ricerca di personale non qualificato non abbiamo mai avuto molti problemi. Qualche difficoltà in più arrivano quando vai alla ricerca di personale specializzato» afferma Galeati che avverte, in generale, le ripercussioni di una maggiore mobilità delle persone rispetto al passato che si riflette con un turnover più frequente.


Cosa fare per il futuro
Il presidente di Camera Marche, Gino Sabatini, per arginare il problema rileva due aspetti: «Bisogna puntare su qualificazione ed esperienza. Accompagnare con l’orientamento gli studenti dentro percorsi di studio coerenti con le proprie attitudini e ambizioni e facilitare la conoscenza del mondo del lavoro già durante gli anni di studio. Nelle Marche abbiamo realtà solide e sperimentazioni all’avanguardia, penso al percorso Ted, Scienze applicate per la Transizione ecologica e digitale, del Liceo Calzecchi Onesti di Fermo, che preparano i ragazzi alle sfide più importanti del futuro, anzi, del presente. Al ruolo degli Its, ai percorsi di alternanza portati avanti con soddisfazione in questi anni presso le imprese che hanno ospitato gli alunni delle scuole di tutta la regione».


© RIPRODUZIONE RISERVATA 

© RIPRODUZIONE RISERVATA