Le Marche indicano la via delle Regioni al Governo: «Stop al salasso di energia e più fondi alle imprese»

L’assessore Carloni ha presentato le richieste per fronteggiare le ricadute economiche del conflitto. Chiesti anche ristori per le perdite di fatturato e sostegno al reddito dei lavoratori

Le Marche indicano la via delle Regioni al Governo: «Stop al salasso di energia e più fondi alle imprese»
4 Minuti di Lettura
Venerdì 18 Marzo 2022, 04:20

ANCONA - Parlare di tempesta perfetta sarebbe un eufemismo. Proprio quando si intravedeva la luce in fondo al tunnel chiamato Covid, l’impennata dei costi di materie prime, energia e carburanti ha sbattuto la porta in faccia a quel minimo accenno di ripresa economica che si era registrato nel 2021. Una situazione già fortemente instabile a cui si è aggiunta la difficilmente prevedibile invasione russa ai danni dell’Ucraina, dramma umano che investe territori di riferimento per le Marche anche in campo economico.

Un contesto straordinario che richiede misure straordinarie, altrimenti si rischia di far saltare il banco. Per questa ragione, la Commissione sviluppo economico della Conferenza delle Regioni, coordinata dall’assessore e vicepresidente regionale Mirco Carloni, ha presentato ieri al ministro Giancarlo Giorgetti ed al referente della task force ministeriale Amedeo Teti, un documento contenente una serie di proposte per fronteggiare le ricadute economiche del conflitto in Ucraina sul sistema produttivo nazionale. 


Le richieste
«Abbiamo raccolto le richieste che vengono da territorio, dalla Camera di Commercio, dalle associazioni e dalle imprese – fa sapere Carloni – perché va individuata una strategia condivisa e coordinata che porti all’emanazione di uno o più provvedimenti urgenti per la salvaguardia delle nostre imprese». Il potenziale impatto negativo sul sistema delle imprese italiane, infatti, come viene evidenziato nel documento delle Regioni, si aggira attorno a 9,9 miliardi, corrispondente all’export 2021 verso Russia e Ucraina. Criticità che fa il paio con il rincaro energetico sul quale, secondo il governatore Francesco Acquaroli, sono necessari «controlli per capire quale sia la situazione. Il ministro dice che il rincaro non sarebbe giustificato e noi la pensiamo come il governo. Bisogna capire quello che sta accadendo, perché una speculazione in questo momento non sarebbe ammissibile». Nell’attesa di capire le cause, si cerca di intervenire sulle conseguenze. Scendendo nel dettaglio del documento presentato alla task force, il primo punto prevede l’estensione ed integrazione del regime straordinario derogatorio degli aiuti di Stato all’economia (il cosiddetto Temporary framework). Secondo la commissione andrebbe rivista anche la programmazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di riorientare le misure e le risorse verso obiettivi più funzionali alle attuali necessità del Paese, quali il sostegno dell’occupazione e il rilancio dell’economia. Sotto questo profilo, il documento propone di delineare «misure finalizzate ad assicurare alle imprese la continuità produttiva, poiché, in questa fase di ripresa economica, che vede il picco di ordinativi, il configurarsi di un rallentamento o di un blocco delle produzioni, con la conseguente necessità del ricorso agli ammortizzatori, a causa del costo elevato dell’energia e delle strozzature negli approvvigionamenti delle materie prime, potrebbe compromettere la sopravvivenza stessa delle imprese sui mercati».

Di conseguenza, sarà necessario porre un tetto al costo dell’energia, vigilando sulle speculazioni dei prezzi causate dalle incertezze dei mercati, monitorare e valutare i contraccolpi del conflitto russo-ucraino sulle filiere e sui prezzi delle materie prime per definire, a livello nazionale, delle strategie di diversificazione negli approvvigionamenti, nonché considerare le criticità legate alla necessaria riconversione di interi settori produttivi.


Le misure
Il suggerimento che arriva dalle Regioni è quello di intervenire sul contenimento dei costi attraverso la riforma della spesa energetica: tra le misure indicate, l’eliminazione delle accise sui prodotti energetici, la sospensione o il rinvio dei nuovi oneri in bolletta, il credito di imposta sull’energia, contenimento del costo del gasolio professionale e la rateizzazione delle bollette. Si chiedono inoltre incentivi sulle rinnovabili e semplificazione del percorso autorizzativo, aumento della produzione di gas naturale e riattivazione delle centrali elettriche a carbon fossile. Altri interventi riguardano moratoria del credito, liquidità delle imprese, sostegno all’internazionalizzazione, sostegno al reddito dei lavoratori e revisione del Patto di stabilità in ambito europeo. Le risposte tampone date finora dal governo sono state considerate insufficienti da praticamente tutti i settori economici e quello del trasporto, messo in ginocchio da un costo del carburante schizzato alle stelle, ha deciso di bloccare le strade. 


La mossa
Confartigianato Trasporti Marche, Fai Marche e Fita Cna Marche hanno proclamato il fermo dell’autotrasporto: sabato 19 marzo alle 9.30, un serpentone di tir “a passo di lumaca” sfilerà tra San Benedetto e Grottammare, per poi tornare alle 10.30 alla sala convegni dell’area sosta di Porto d’Ascoli per un’assemblea alla quale parteciperanno i dirigenti delle associazioni. Contestualmente, Unatras ha proclamato il fermo dell’autotrasporto a partire da lunedì 4 aprile. Ben più di una tempesta perfetta, insomma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA