Sisma, il decreto è diventato legge. Ceriscioli: «Così è una delusione, pronti a lottare fino in fondo»

Il governatore delle Marche Luca Ceriscioli
Il governatore delle Marche Luca Ceriscioli
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 12 Dicembre 2019, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 10:38
ANCONA Il decreto sisma è ufficialmente legge: il Senato lo ha approvato così come uscito dalla Camera alla fine di novembre, visto che il Governo ha deciso di mettere la fiducia sul testo fortemente criticato dal governatore delle Marche. E ieri Ceriscioli ha confermato la sua contrarietà: «C’è una fortissima delusione - spiega il presidente - visto che il decreto approvato al Senato è lo stesso passato alla Camera: non smetteremo di lottare perché venga recepito il principio della semplificazione». 

 
L’amarezza
Un sentimento condiviso dai governatori di Umbria e Abruzzo, che inevitabilmente apre una profonda frattura fra Stato e Regioni. «Allo stato attuale - spiega ancora Ceriscioli - useremo tutti gli strumenti che ci hanno messi a disposizione, ma questi non avranno la possibilità di accorciare in maniera drastica e significativa i tempi. Tempi che significano lavoro, ricostruzione e garanzia per le famiglie del nostro territorio. Questo per noi è un argomento troppo importante e da cui non possiamo prescindere». Non è bastato l’appello del governatore al premier Conte nei giorni successivi al passaggio alla Camera, in cui chiedeva di inserire almeno tre emendamenti ritenuti fondamentali per la ricostruzione. Modificare la norma dell’autocertificazione («così come è stata scritta non serve a nulla»), tagliare i tempi delle procedure «applicando i limiti europei sulla procedura di gara negoziata» e infine prevedere una deroga i limiti contrattuali per il personale in forza nei Comuni e negli Uffici della ricostruzione. 
Lo strappo
Il pressing al Governo è costato al presidente marchigiano anche un richiamo formale dal segretario regionale del Pd, Giovanni Gostoli, che lo ha invitato alla cautela. «Dire che il decreto ricostruzione sia vuoto è ingeneroso e forse eccessivo», si è sentito replicare Ceriscioli, bacchettato anche dal sottosegretario dem Alessia Morani. La votazione al Senato di ieri ha scatenato invece l’opposizione in Regione. Il consigliere della Lega Mirco Carloni non ci è andato leggero: «Ceriscioli ignorato ed isolato dai suoi stessi compagni di partito - ha scritto -. Il decreto Sisma imposto dal governo giallorosso è inutile e controproducente, l’ennesimo schiaffo alle Marche». In aula il senatore di Forza Italia Andrea Cangini, eletto nelle Marche, ha puntato il dito sul Conte 2: «Si è compiuto qualche piccolo passo nella direzione giusta ma la strada è ancora lunga, troppo lunga. Per accorciarla avrebbero potuto recepire in Senato i nostri emendamenti al decreto sisma. Non l’hanno fatto e si sono assunti una grave responsabilità». Ma se lo strappo con il centrodestra sulla visione del post terremoto è quasi scontata, la frattura nel Pd fa pensare a un partito che non riesce a tamponare le falle interne. Nemmeno tra rappresentanti con cariche istituzionali differenti ma provenienti dalla stessa provincia marchigiana. La prossima settimana è previsto un vertice con il commissario per la ricostruzione. Obiettivo: fare il punto della situazione alla luce della nuova legge e cercare spazi nella manovra di Bilancio del Governo per inserire quanto meno i provvedimenti economici rimasti indietro.
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