Culle vuote anche nelle Marche:
nel 2018 i morti il doppio dei neonati

Culle vuote anche nelle Marche: nel 2018 i morti il doppio dei neonati
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Giovedì 11 Luglio 2019, 17:00
ANCONA - Culle vuote: l'allarme lanciato a livello nazionale vale anche per le Marche.
Dove nascono sempre meno bambini e la denatalità cresce a ritmi preoccupanti. E’ quanto emerge dai dati forniti dall’ISTAT ed elaborati dalla CGIL Marche.
Nel 2018 nelle Marche sono nati 10.171 bambini: record minimo storico. Rispetto all’anno precedente sono nati  498 bambini in meno (-4,7%) mentre, nell’ultimo quinquennio, sono diminuiti di 2.462 unità (-19,5%). Il calo delle nascite rappresenta un fenomeno nazionale, che peraltro ha assunto un carattere strutturale, ma il trend di denatalità registrato nelle Marche nel quinquennio è decisamente più alto sia di quello nazionale (-14,5%) che di quello delle altre regioni del Centro (-18,4%).
Diminuiscono i figli nati da genitori italiani (-5,1% rispetto al 2017 e -18,0% rispetto al 2013) ma, ormai da diversi anni, diminuiscono soprattutto i nati da almeno un genitore straniero (-2,4% e -26,7%); questi ultimi costituiscono il 15,8% dei bambini nati nelle Marche mentre la percentuale di cittadini stranieri residenti nelle Marche è del 9,0% (sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni).
Prosegue anche la tendenza alla diminuzione della fecondità: nel 2017 il numero medio di figli per donna nelle Marche scende a 1,25. Valori particolarmente preoccupanti se si considera che una popolazione, senza movimenti migratori, per rimanere costante nel tempo dovrebbe avere mediamente 2,2 figli per coppia.
Contestualmente, nel 2018, i decessi nelle Marche sono 17.175, ovvero quasi il doppio delle nascite, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-6,9%) ma in crescita nel quinquennio (+1,8%).
Secondo Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche, “questi dati evidenziano come l’Italia  cresca sempre meno sia demograficamente sia economicamente. E’ un Paese bloccato e ciò rende sempre più evidente la necessità di affrontare il tema della denatalità con misure strutturali a sostegno della maternità e paternità, a partire da un’adeguata rete di servizi per l’infanzia, che superino l’inefficace politica dei bonus”.
Ma soprattutto, per Barbaresi, “occorre garantire adeguate prospettive di lavoro e reddito; lavoro stabile con retribuzioni adeguate per consentire soprattutto ai più giovani di formare una famiglia e decidere di avere dei figli”. 
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