Doppio vaccino a 2 su 100, la Regione Marche ancora in ritardo
nel siero per over 80 e Rsa. Saltamartini: «Colpa dei dirigenti»

Doppio vaccino a 2 su 100, la Regione Marche ancora in ritardo nel siero per over 80 e Rsa. Saltamartini: «Colpa dei dirigenti»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 5 Marzo 2021, 02:45

ANCONA «Moderna e Pfizer scarseggiano», scrive l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in un post su Facebook pubblicato alle 4 di ieri mattina. Sarà per questo che le Marche sono quartultime in Italia quanto a somministrazioni agli over 80, in ritardo nelle Rsa, con medici ancora al palo e, in generale, sotto la media nazionale nella campagna vaccinale.

Una parte del quadro la traccia la Fondazione Gimbe, elaborando i dati del ministero della Salute aggiornati al 3 marzo. Partiamo dalla profilassi sugli ultraottantenni: la Fondazione illustra come la prima dose sia stata somministrata al 25% circa della platea (in totale, più o meno 124mila soggetti, se si escludono gli ospiti delle strutture residenziali che hanno seguito un percorso diverso), mentre l’1,5% ha completato il ciclo. Facciamo meglio solo rispetto a Calabria, Abruzzo e Sardegna. 


La media nazionale
Quanto al totale della popolazione marchigiana che ha completato il ciclo vaccinale, siamo – sempre dato Gimbe cristallizzato al 3 marzo – al 2,03%, contro una media italiana che si assesta sul 2,44%. La peggiore è l’Umbria con l’1,72%, la migliore la provincia autonoma di Bolzano con 4,18%. Passiamo poi al segmento della campagna che riguarda le Rsa. Stando al report giornaliero del ministero della Salute, a ieri le dosi inoculate erano 8173 tra prima e seconda somministrazione. Al 22 febbraio, il dato si assestava su 5861 unità, quindi in 10 giorni sono state somministrate 2312 dosi. Ancora lontani dal centrare l’obiettivo. A tutto questo, ieri si è aggiunto il monito di Fulvio Borromei, presidente dell’Ordine dei Medici di Ancona, che ha raccolto «ben 323 segnalazioni da parte di colleghi, per lo più liberi professionisti, che ad oggi non hanno ancora ricevuto il vaccino. Non vogliamo alcuna priorità né privilegio rispetto ad altre categorie professionali che pure vanno rapidamente vaccinate, ma non è più possibile continuare a operare in questa costante condizione di incertezza e assenza di programmazione». 
Un’accelerazione alla campagna vaccinale potrebbe darla l’accordo con i medici di base, ormai a traguardo. «I nodi principali sono stati tutti risolti – fa sapere Massimo Magi, segretario regionale Fimmg – .

Restano solo alcuni aspetti di dettaglio, come la data d’inizio, il numero e la tipologia dei vaccini che ci vengono consegnati».


Gli slot liberi
A rallentare la trattativa, un impasse sul permesso ai medici di famiglia di vaccinare anche alcuni degli over 80 che si sono prenotati sulla piattaforma di Poste italiane. «A questo proposito, c’è stato anche un intervento del presidente Acquaroli nel definire un meccanismo che consentisse alla piattaforma di rimanere al centro della campagna vaccinale ed ai medici di famiglia di favorire una miglior organizzazione – prosegue Magi –. Andremo a liberare degli slot, soprattutto per i soggetti più in difficoltà a spostarsi, che verranno da noi facendo posto ad altri. Diventiamo così un punto vaccinale di prossimità». Si andrebbe dunque verso una somministrazione diffusa, oltre i 15 centri vaccinali, con le dosi che verranno inoculate sia negli ambulatori che a domicilio: «delle scorte che vengono assegnate alla Regione – è sempre Magi a fare il punto –, avremo una quota parte e programmeremo le nostre vaccinazioni su questa. L’accordo è complessivo: ora prende le mosse dalla vaccinazione degli over 80, ma poi passeremo ai soggetti fragili, agli over 70 e così via, seguendo il Piano nazionale di vaccinazione».


Le responsabilità
Entrando nel merito della campagna, l’assessore Saltamartini scrive ancora: «Può accadere che il programma non sia perfettamente rispettato. Ma si tratta di un problema di gestione che appartiene ai dirigenti. Se poi ci sono dei dirigenti che fanno altro o sono inefficienti, individuarli sarà un compito successivo. In via generale, sento di esprimere apprezzamento e gratitudine per migliaia di donne e uomini della nostra sanità. Che è già cambiata dopo 5 mesi».

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