Scuola, il rompicapo quarantene: classi subito in dad (ma non tutte). Nadia Storti (Asur): ecco cosa fa scattare il "tutti a casa"

Scuola, il rompicapo quarantene: classi subito in dad (ma non tutte). Nadia Storti (Asur): ecco cosa fa scattare il "tutti a casa"
Scuola, il rompicapo quarantene: classi subito in dad (ma non tutte). Nadia Storti (Asur): ecco cosa fa scattare il "tutti a casa"
di Andrea Maccarone
3 Minuti di Lettura
Domenica 5 Dicembre 2021, 02:50

ANCONA - Troppi contagi nelle scuole in questa quarta ondata da Covid e il sistema sanitario è in affanno. Mancano i tracciatori, ossia chi deve effettuare i test a studenti ed insegnanti entrati in contatto con l’alunno positivo. Una situazione che rischiava di sfuggire al controllo e segnalata anche dai direttori delle Aree vaste all’Asur Marche: così la Regione ha deciso di sospendere il protocollo di novembre, quello che aveva introdotto il tracciamento con testing per le scuole. Ora si va direttamente in quarantena al primo contagio in classe. Anzi, a dirla tutta la procedura è mista a seconda delle aree geografiche.

 
Il virus nei territori
La diffusione del virus è ovviamente disomogenea. Ci sono territori dove i casi toccano punte di 300 al giorno e oltre, come ad esempio nel capoluogo. E altre dove si sta tranquillamente sotto i 70. Il corto circuito c’è stato nei primi giorni in cui dal governo nazionale era arrivata la disposizione del tracciamento con testing. Quindi un contagio in classe e subito tampone - il cosiddetto t0 - per evitare la quarantena. «C’è stato un intasamento - spiega la dottoressa Nadia Storti, direttore generale di Asur Marche - non riuscivamo a rispettare i tempi». Quindi il ritorno al protocollo di agosto: quarantena subito per la classe dove si sia verificato il caso di positività al Covid. Ma c’è un’innovazione in tutto il sistema di tracciamento: «Abbiamo definito un limite massimo entro il quale riusciamo ad effettuare il testing con tampone in tempo zero - spiega la Storti - ed è di 130 casi. Nei territori dove si supera questo livello, li suddividiamo. Una parte li facciamo entro le 48 ore, gli altri subito in quarantena e tampone direttamente al t5 (ovvero dopo cinque giorni)». Si tratterebbe di un buon compromesso, secondo gli esperti sanitari che gestiscono la quarantena degli studenti marchigiani: anche se in questa quarta ondata, con i casi che aumentano, in tutta la regione si è costretti ad applicare metodi differenti.

Nel frattempo si attendono i rinforzi inviati dal commissario Figliuolo. Nelle Marche stanno per arrivare 57 medici: una parte andrà in supporto ai colleghi impegnati nelle analisi dei tamponi, gli altri verranno dislocati negli hub vaccinali dove ce n’è più bisogno. E poi devono arrivare anche i laboratori mobili in grado di processare i tamponi molecolari. «Quando avremo personale a sufficienza potremo tornare al sistema di tracciamento con testing» assicura il direttore sanitario».Per ora si dovrà andare avanti in questa modalità ibrida, che mette in crisi anche i dirigenti scolastici chiamati ad utilizzare una piattaforma digitale attraverso la quale devono prenotare i tamponi per gli alunni delle classi in quarantena.

Le critiche
Nei giorni scorsi il direttore dell’Usr, Marco Ugo Filisetti, è stato invitato dall’Associazione dei presidi a farsi portavoce nei confronti dell’Asur della loro contrarietà a dover effettuare anche la prenotazione dei tamponi. «Capisco la difficoltà - commenta il dg dell’Asur - ma così acceleriamo i tempi». Infatti prima di utilizzare questo software condiviso tra scuole e Asur, la comunicazione funzionava in maniera un po’ macchinosa. «Ci arrivavano degli elenchi cartacei e poi noi dovevamo inserire uno ad uno i nominativi». Adesso che la burocrazia è passata nelle mani dei dirigenti scolastici si è alleggerito il carico di incombenze in capo al sistema sanitario. Ma da parte dei presidi c’è tutta l’intenzione di restituire l’incarico al mittente.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA