Paola Martano, segretario regionale Snals: «Variante inglese e modifica dell’Rt
ragazzi in ansia, ma giusto rinviare»

Paola Martano
Paola Martano
di Martina Marinangeli
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Martedì 5 Gennaio 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 10:09

ANCONA - Paola Martano, segretaria regionale del sindacato Snals, come viene vissuta, dal mondo della scuola, la decisione della Regione di prorogare la didattica a distanza fino al 31 gennaio per le superiori? 
«L’assessore Latini ci ha illustrato questa proposta, che già altre Regioni come Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno approvato. Ha senso per dare un po’ di stabilità all’organizzazione della scuola, per vedere quale sarà l’andamento dei contagi e capire come muoversi: continuiamo come abbiamo fatto da ottobre fino all’inizio delle vacanze natalizie. Poi se l’Rt migliora, si potrà ritornare sui banchi anche prima del 31 gennaio, ma almeno così abbiamo una data certa ed un po’ più a lunga scadenza».

 
Il ritorno a scuola al 50%, come previsto dall’ultima comunicazione ministeriale, non era fattibile? 
«Il 27 dicembre, quando c’è stato l’ultimo tavolo di coordinamento nelle Marche, eravamo per il rientro al 50%, ma non immaginavamo che sarebbero arrivate la variante inglese del virus che si diffonde più velocemente e la modifica dei parametri dell’Rt. È il Covid che detta l’agenda».


Un’agenda che lascia poco tempo per l’organizzazione: l’ordinanza regionale entra in vigore a due giorni dalla data in cui era previsto il ritorno tra i banchi.
«Questo perché sta decidendo la Regione.

La ministra Azzolina invece, dal canto suo, ne fa una questione politica. I dirigenti scolastici - ed il mondo della scuola in generale – sono ininterrottamente a lavoro da marzo scorso: prima per organizzare la Dad, poi per allestire le classi rispettando protocolli e distanziamento. Nell’ultimo periodo si sono dovuti preparare un piano A per un rientro al 75% ed un piano B al 50%. Così è difficile organizzarsi».


Come vivono questa situazione gli studenti? 
«I ragazzi sono in uno stato d’ansia. Ricevo messaggi continui dai miei studenti che mi chiedono cosa dovranno fare dal 7 gennaio. È quest’incertezza ad angosciarli, più dello slittamento della riapertura in sé. La preoccupazione è tanta e diffusa nel mondo della scuola, e comprendo quella della Regione».


Almeno si avrà più tempo per risolvere la questione degli ingressi scaglionati, che ha visto il mondo della scuola sul piede di guerra.
«Era infattibile da noi, soprattutto per le grandi scuole a cavallo tra due province. Nell’alberghiero di Loreto dove insegno, abbiamo ragazzi che arrivano da 30 Comuni diversi e da tre province (Ancona, Macerata e Fermo). I ragazzi escono già, in alcuni giorni, alle 16: a che ora sarebbero dovuti uscire con i doppi turni? Aggiungo una cosa».


Prego.
«Al tavolo convocato oggi (ieri, ndr) d’urgenza, ho chiesto all’assessore Latini come si comporterà la Regione riguardo alle vaccinazioni dei docenti e mi ha detto di aver già avuto un confronto con l’assessore Saltamartini: si lavora per ottenere dosi da destinare al personale scolastico prima di maggio, mese che la tabella nazionale ha individuato per iniziare le somministrazioni. Come insegnante, se mi chiedessero di offrirmi volontaria per fare il vaccino, lo farei all’istante».

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