Sci, impianti appesi al Dpcm. Sono due i nodi da sciogliere: colore della regione e le decisioni di Roma. «Peccato, ora che c’era la neve»

Sci, impianti appesi al Dpcm. Sono due i nodi da sciogliere: colore della regione e le decisioni di Roma. «Peccato, ora che c’era la neve»
di Monia Orazi
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 10:04

ANCONA - Sono in attesa di conoscere quanto previsto dal nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri, che entrerà in vigore il prossimo 16 gennaio, i gestori degli impianti sciistici dei Monti Sibillini. Il paradosso è quello di un inverno in cui la neve scende copiosa, regalando un magnifico manto bianco da 60, 70 centimetri di accumulo, che avrebbe fatto la gioia degli appassionati e se ben gestito avrebbe consentito di sciare anche nelle prossime settimane.

  
Quel regalo in sospeso
Un regalo, dopo almeno tre inverni di precipitazioni scarse. Resta da sciogliere il nodo se le Marche resteranno anche la prossima settimana in zona gialla, come questa settimana e se nei prossimi fine settimana entrerà in vigore il colore arancione, che nei giorni di sabato e domenica impedirà gli spostamenti tra comuni. 


La deroga per spostarsi
Potrebbe essere conservata la deroga che permette di spostarsi entro 30 km a chi abita in un centro al di sotto dei cinquemila abitanti, che di fatto porterebbe poche migliaia di persone ad essere utenti potenziali. «Bolognola sarà pronta a riaprire le piste, ma tutto dipende dalle norme del nuovo dpcm. In questi giorni le piste di Pintura di Bolognola sono rimaste aperte per gli atleti ed è stata fatta la battitura, c’è una realtà economica che lavora con la stagione invernale ed è pronta a ripartire se vi saranno le condizioni per sciare in sicurezza.

I numeri delle presenze sulle piste non potranno essere quelli degli anni scorsi, perchè ci sono delle norme da rispettare», spiega Cristina Gentili sindaco di Bolognola. A Sassotetto è scettico Maurizio Tosoroni di Sarnano neve, gestore degli impianti: «Partire il 18 gennaio con la stagione invernale è come far aprire uno chalet, lungo la costa a metà settembre. I mesi già trascorsi non si possono recuperare sotto al profilo economico. Ammesso che il 18 le norme permettano di riaprire, durante la settimana le presenze sono poche e tenendo gli impianti aperti ci si rimette».


Le presenze locali
«Da noi - continua - le presenze sono solo locali, la gente non viene per la settimana bianca. Sino ad oggi non abbiamo avuto ristori, considerato tutto l’indotto da noi sono circa duecento persone a lavorare con la neve». A Frontignano di Ussita le piste sono state battute, tutto è pronto per riaprire a quattro anni dal sisma, ma manca il collaudo degli impianti, spiega il sindaco Silvia Bernardini: «La voglia di riaprire è tanta, manca solo il collaudo finale degli impianti da parte dell’Ustif, abbiamo sollecitato. Le piste sono state battute e se ci saranno le condizioni per riaprire, sarà fruibile solo come servizio di accoglienza il rifugio le Saliere. Per quest’anno la gestione sarà provvisoriamente fatta dal comune» 

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