Per i sanitari no vax, stop agli ultimatum: partono 350 lettere. L'Asur chiede provvedimenti. In tutto sono 1.200 gli operatori che rifiutano il vaccino

Per i sanitari no vax, stop agli ultimatum: partono 350 lettere. L'Asur chiede provvedimenti. In tutto sono 1.200 gli operatori che rifiutano il vaccino
Per i sanitari no vax, stop agli ultimatum: partono 350 lettere. L'Asur chiede provvedimenti. In tutto sono 1.200 gli operatori che rifiutano il vaccino
di Martina Marinangeli
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Martedì 3 Agosto 2021, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 16:00

ANCONA - La ricognizione è finita. Ieri l’ultimo controllo, ora si parte con i provvedimenti. Nelle prossime ore, l’Asur invierà ai datori di lavoro delle varie strutture regionali i nominativi dei circa 1200 operatori sanitari no vax (numero comprensivo anche dei marchigiani che lavorano fuori regione), quelli che hanno risposto picche alla reiterata richiesta di aderire alla profilassi anti-Covid.

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Probabilmente già oggi partiranno le prime 300-350 lettere – si procede per gruppi, così da non sottrarre tutte insieme le risorse umane ai presidi – indirizzate ai vertici delle strutture sanitarie marchigiane, cui spetterà il compito di intervenire concretamente.


L’iter
Un compito delicato, anche perché tra gli operatori no vax compaiono alcuni anestesisti e rianimatori, fondamentali per il funzionamento delle terapie intensive e già sottodimensionati.

A tracciare il perimetro all’interno del quale agire è la legge 76, che prevede l’obbligo vaccinale per chi svolge la propria attività nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio assistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie e nelle parafarmacie. Le opzioni sono due: collocare il lavoratore no vax, se possibile, a mansioni, anche inferiori, che non implichino contatti interpersonali o comportino il rischio di diffusione del Covid; oppure, nel caso ciò non fosse possibile, procedere immediatamente con la sospensione fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre. Durante questo periodo, «non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento», si legge nell’articolato. Nel settore sanitario, l’unico segmento non a diretto contatto con i pazienti è quello amministrativo, ma in diversi hanno già espresso la richiesta di non stare in ufficio con colleghi no vax. Sarà un tetris molto delicato, dunque, che chiude una fase altrettanto complessa. 


Cosa succederà
Ricevuto dal Servizio sanità l’elenco degli operatori sanitari marchigiani, già da metà giugno l’Asur, attraverso il Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica, aveva iniziato ad inviare le notifiche con le quali invitava gli interessati a produrre, entro cinque giorni, la documentazione che comprovasse, alternativamente, «l’avvenuta vaccinazione; l’esenzione o il differimento; la presentazione della richiesta di vaccinazione; l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale», come previsto dall’articolo 4 del Dl 44 convertito in legge 76. È poi scattato l’invito formale a sottoporsi alla profilassi - nel quale sono state specificate le modalità ed i termini per l’adempimento -, fase a cui ha fatto seguito una sorta di moral suasion affinché anche i più riottosi aderissero spontaneamente alla profilassi. 


I numeri ufficiali
Per coloro i quali è stata accertata, nonostante tutto, l’inosservanza della normativa, l’Asur ne darà comunicazione scritta, nelle prossime ore, all’interessato, al datore di lavoro ed all’Ordine professionale di appartenenza. Verrà così determinata la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni «che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da Sars-Cov-2». Rispetto al totale si tratta, in ogni caso, di una piccola percentuale: a ieri, gli operatori sanitari e socio sanitari ad aver ricevuto almeno la prima dose erano 45.590, mentre hanno completato il ciclo in 45.177.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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