Stop mascherina obbligatoria o no? Cinque domande e le cinque risposte di Marcello Tavio
MARCELLO TAVIO
Direttore della divisione di Malattie Infettive a Torrette
1 «Non condivido la scelta. Ritengo che non sia il momento di convertire l’obbligo in una semplice raccomandazione. Ora non è proprio il caso di far circolare il virus».
2 «Parto da me, dalla mia esperienza: in un bar affollato non entrerei mai senza. All’aperto non la indosso. Non sono un talebano della mascherina, ma sono convinto che nei luoghi chiusi il vincolo vada mantenuto».
3 «No, non avrebbe lo stesso effetto, soprattutto in Italia: verrebbe percepita come un permesso a fare ciò che si vuole. Ribadisco: è ancora presto per far girare liberamente il Covid. Sono molte le persone non vaccinate, scoperte. Questa variante non è buona. I danni che genera sono meno devastanti, il tasso di ospedalizzazione è diminuito, non si muore più come una volta. Ma tutto ciò è solo per effetto della profilassi».
4 «Ancora un no. Sono assolutamente contrario. Una barriera ottimale non c’è, ma efficiente sì: le FFp2, appunto».
5 «Non sono d’accordo. Non è vero che con l’indice di contagiosità che ha Omicron le misure di contenimento non funzionano più. È chiaro, questa variante è molto diffusiva quindi, al contrario, è meglio mantenersi sulla difensiva. Non sto parlando di chiusure, di limitazioni. Ma di precauzioni. Torno a dire: indipendentemente dalle decisioni che verranno adottate, continuerò a indossare la mascherina negli spazi al chiuso. Perché solo con i nostri comportamenti responsabili possiamo mantenerci liberi. Adottiamolo come slogan: responsabilità uguale libertà».
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